Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

L'auto precipitò nel dirupo sulle Madonie, morirono padre e figlia: dopo otto anni una condanna e un'assoluzione in appello

Giudicato colpevole il capocantoniere Antonio Arena: per lui due anni di reclusione. La difesa valuta il ricorso in Cassazione

I rilievi dei carabinieri sul luogo dell'incidente di otto anni fa

Duplice omicidio colposo. Questa l’accusa per cui è stata confermata in appello la condanna a due anni di reclusione per il capocantoniere Antonio Arena. È stato assolto, invece, con la formula per non avere commesso il fatto, il cantoniere Sebastiano Botindari.

È stata la seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo, giovedì scorso, a emettere la sentenza, che ribalta in parte la sentenza emessa del tribunale di Termini Imerese, che in primo grado aveva condannato il capocantoniere Antonio Arena e il cantoniere Sebastiano Botindari, accusati di duplice omicidio colposo per la morte di Maria Santa Colantoni, 60 anni, e di suo padre, Carmelo Colantoni, di 87, avvenuta il 16 ottobre 2016, a seguito di un incidente stradale sulla provinciale 52, nel territorio di San Mauro Castelverde. L’auto precipitò in un dirupo da un’altezza di circa venti metri. La difesa del capocantoniere, curata dall’avvocato Vincenzo Lo Re, ha dichiarato che attende di leggere le motivazioni della sentenza per valutare un possibile ricorso in Cassazione. «Il ricorso - ha detto - è plausibile e lo valuteremo con attenzione anche perché il mio assistito non aveva competenza sulla deficienze strutturali della strada in cui si è verificato il sinistro».

In primo grado, i due imputati erano stati condannati a due anni di reclusione, mentre erano stati assolti i due ingegneri del settore di viabilità dell’ex Provincia, Elio Venturella e Salvatore Pampalone. In secondo grado, la Procura generale aveva richiesto la conferma della sentenza di primo grado, mentre il difensore del cantoniere Sebastiano Botindari, l’avvocato Raffaele Delisi, nella sua azione difensiva, è riuscito a dimostrare che le omissioni contestate in primo grado non riguardavano le mansioni di competenza del suo assistito, che non aveva competenza sul luogo del sinistro. La sua tesi difensiva è stata accolta. «Alla luce dell’esito del processo, posso ritenermi soddisfatto - afferma Delisi - anche se non posso non sottolineare la complessità dell’assistenza legale rivolta ad un uomo perbene che mai era entrato in un’aula di giustizia e che stava per essere travolto dai meccanismi tortuosi dei tecnicismi giuridici».

La seconda sezione della Corte d’Appello depositerà la motivazione entro novanta giorni. A perdere la vita nell'incidente furono un padre e la propria figlia, lungo la strada provinciale 52, nel territorio di San Mauro Castelverde, sulle Madonie, nell’autunno di otto anni fa.

Caricamento commenti

Commenta la notizia