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Feste di Pasqua alla Favorita, il direttore della Riserva detta le regole: «Sì ai picnic no ai fuochi e i rifiuti vanno smaltiti in città»

«Quest’anno non ci sarà una chiusura totale del parco, anche perché noi ci teniamo che la gente viva la riserva». A parlare è il direttore della riserva naturale Monte Pellegrino-Favorita di Palermo, Giovanni Provinzano.

L’ordinanza che vieta l’accensione dei fuochi all’interno del parco della Favorita e su Monte Pellegrino per le festività pasquali, 25 aprile e 1 maggio, emessa ieri (28 marzo) dal sindaco, Roberto Lagalla, viene accolta con favore dai Rangers: «Noi imaginiamo una fruizione legata al classico picnic a seguito di una bella passeggiata - spiega Provinzano - ci sono punti panoramici dove potersi fermare, con le panchine e i tavoli dove poter mangiare un cibo già pronto».

Sotto questo profilo, il direttore raccomanda pulizia e invita a riportare indietro i rifiuti che verrano prodotti: «Anche se ci sono dei cestini sul monte - sottolinea - è bene che l’immondizia venga riportata indietro e smaltita in città, secondo quelle che sono le regole della raccolta differenziata».

Sicuramente un modo efficace per tenere pulita la riserva e non affollare ulteriormente i cestini che «non vengono svuotati costantemente», aggiunge Giovanni Provinzano con una nota di disappunto.

Ad occuparsi della salute del parco sono cinque unità della riserva e i volontari dell’associazione Rangers d’Italia, che nelle giornate di festa vengono coadiuvati dal corpo della Forestale, dagli agenti della polizia municipale, dalla polizia di Stato, carabinieri e guardia di finanza.

«Insieme ai Rangers ci occupiamo del controllo del territorio - spiega il direttore - e in generale svolgiamo le attività di monitoraggio dell’area. Ciò in cui ci imbattiamo di più sono rifiuti e le tradizionali grigliate, che esulano da queste giornate di festa: già domenica scorsa le famiglie hanno preso d’assalto le pinete».

Quotidianamente, le unità della riserva e l’associazione dei volontari Rangers monitorano costantemente «l’aspetto faunistico e floristico - dice Provinzano - anche con l’aiuto dell’Università, principalmente con il dipartimento di Scienze forestali e lo Stebicef (Scienze e tecnologie biologiche chimiche e farmaceutiche, ndr). Controlliamo in particolare i conigli e l’attecchimento delle nuove piante che sono arrivate a seguito dell’incendio per il rimboschimento».

La nuova flora avrebbe avuto bisogno di un maggiore quantitativo di precipitazioni, «anche nei giorni scorsi doveva piovere ma alla fine non è arrivato nulla - sottolinea Provinzano - speriamo che con l’umidità della notte si riesca comunque a far attecchire bene le piante. Noi ci aspettiamo una percentuale del 70-80%. Peraltro - prosegue - il gorgo Santa Rosalia (uno stagno) è asciutto perché le poche piogge non bastano a far saturare il terreno e far cumulare acqua e quindi non vi è stata la riproduzione del rospo smeraldino siciliano e del discoglosso dipinto che sono due anfibi della Sicilia».

Le due specie, fortunatamente, vivono fino a dieci anni, «dunque saltare un anno di riproduzione non è un problema, però ci accorgiamo come questi cambiamenti e questa siccità stia causando diversi problemi su tutti i fronti».

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