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Palermo, ritrovato a Ballarò un ragazzino scomparso da Catanzaro

Una storia a lieto fine grazie all’intuito di tre donne e un uomo, volontari dell’associazione Sbaratto che hanno notato Massimo, 14 anni, confuso e spaesato

Era scomparso da Catanzaro dove vive con la famiglia e la madre stamattina aveva presentato la denuncia ai carabinieri. Massimo, 14 anni, è stato ritrovato poco dopo l’ora di pranzo, vagava per Ballarò, a Palermo. Una storia a lieto fine grazie all’intuito di tre donne e un uomo, volontari dell’associazione Sbaratto, operativa nel popolare mercato, che si sono imbattuti per caso nel giovane. A loro si era rivolto il ragazzino, in via Nino Martoglio: «Scusate cerco un B&B dove alloggiare». I quattro si sono subito accorti che c’era qualcosa di strano.

«Si capiva che era un minorenne - racconta Cetti Sauro, vice presidente dell’associazione - Gli ho chiesto da dove venisse, prima ha risposto Milano, poi Roma ma era evidente che fosse del Sud Italia, aveva due sacchetti in mano». I quattro hanno cominciato a fargli domande. Il ragazzo mostrava nervosismo, ripeteva che cercava un alloggio e si raccomandava che non chiamassero i carabinieri. «A quel punto lo abbiamo quasi circondato per evitare che si allontanasse ma rassicurandolo», dice Giovanni Giordano. Massimo si è poi confidato con la gente di Ballarò e ha raccontato che veniva da Catanzaro ed era fuggito da casa, arrivando a Palermo in treno.

«Lo abbiamo convinto a telefonare alla madre per rassicurarla - dice Cetti Sauro - Aveva il telefono spento, lo ha acceso e ha fatto la chiamata. Poi io stessa ho parlato con la signora, per tranquillizzarla dicendole che il figlio era in buone mani».

Poi sono giunti i carabinieri avvisati da uno dei volontari. I due militari hanno parlato col ragazzo, tranquillizzandolo e poi con la madre. «Complimenti per il gesto che avete fatto», hanno detto i militari ai quattro prima di far salire il ragazzo in auto e portarlo in caserma. «Ballarò non è come spesso si racconta - dice Cetti Sauro - Qui c’è tanta gente per bene, ci sosteniamo l’uno con l’altro. Siamo felici di avere aiutato il ragazzo e la sua famiglia». Un familiare del ragazzo, intanto, è partito dalla città calabrese per prendere Massimo e portarlo a casa.

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