«Nei giorni scorsi si è spento il generale Antonio Subranni, dopo anni di sofferenze». Ad annunciarlo è stato il capogruppo di Forza Italia al Senato, Maurizio Gasparri, in una nota in cui esprime «vicinanza alla moglie, alla figlia Danila e a tutta la famiglia». «A Danila Subranni e alla sua famiglia il nostro più sincero e affettuoso abbraccio per la scomparsa del caro papà», si legge invece in una nota dell’ufficio stampa di Forza Italia alla Camera.
Gasparri nella sua nota ricorda la vicenda giudiziaria che ha coinvolto il generale, poi assolto, ovvero il processo sulla trattativa Stato-mafia. «Ho conosciuto il generale Subranni e ne ho apprezzato sul campo il valore di autentico protagonista della lotta alla criminalità organizzata - dice il capogruppo di FI - e ne ho constatato l’esempio di carabiniere integerrimo. Per anni ha subito un ingiusto processo da parte della magistratura di Palermo, che si è concluso con una assoluzione forse arrivata troppo tardi. E sono certo che anche il suo corpo ha subito le conseguenze di questa ingiusta aggressione giudiziaria. Mi scuso con la famiglia se rompo il loro ammirevole riserbo. Ma penso che qualcuno che ha conosciuto le vicende italiane debba pubblicamente rendere onore al generale Subranni, alla sua memoria e al suo esempio».
Il senatore dice di avere «sempre sostenuto l’azione e l’opera» di Subranni. «Anche durante le vicende giudiziarie - aggiunge - ho sempre affermato la sua onestà, che solo troppo tardi le sentenze hanno accertato. Oggi c’è qualcuno che piange di dolore mentre qualcun altro forse deve piangere di vergogna».
«Siamo addolorati - dice il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani - per la scomparsa del generale Antonio Subranni. Il suo nome è legato a una fase drammatica e difficile di lotta alla mafia, in cui lo Stato ha saputo rialzare la testa e far prevalere la legalità e una sana coscienza civile. Se tutto questo è stato possibile, lo dobbiamo a servitori dello Stato come Subranni». Per Schifani, «l’Italia e la Sicilia gli sono grate. Mai dimenticheremo la sua figura, così come la persecuzione giudiziaria di cui fu vittima, uscendone assolto. A sua moglie, alla figlia Danila e a tutti i familiari vanno la nostra vicinanza e il nostro cordoglio».
«Mi inchino alla memoria e all’esempio del generale dei carabinieri Antonio Subranni, un eroe dell’antimafia ingiustamente perseguitato a lungo da un processo senza senso concluso con la dovuta assoluzione», afferma Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera e deputato di Forza Italia. «A lui - prosegue - l’Italia deve moltissimo per la indefessa capacità di non piegare mai la schiena e per aver sopportato con esemplare dignità e rispetto le angherie giudiziarie alle quali venne sottoposto al pari di altri straordinari servitori dello Stato. Alla moglie, alla figlia Danila e a tutti i familiari invio il più caloroso degli abbracci».
«Con il generale Subranni - dice la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli - scompare un servitore dello Stato, un fiero e onesto combattente nella guerra contro la criminalità organizzata, alla quale un ingiusto e vergognoso processo lo accomunò. Venne assolto, come altri esponenti delle forze dell’ordine inquisiti e processati dalla magistratura, con colpevole ritardo e senza ottenere neanche le scuse da chi decise di metterlo alla gogna con l’accusa di essere sceso a patti con quella mafia contro la quale per anni si è battuto in prima linea. A lui dobbiamo gratitudine, a sua moglie, alla figlia Danila e ai famigliari vanno le nostre condoglianze».
«Esprimo il più sincero cordoglio - dichiara Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia - per la scomparsa del generale Antonio Subranni, che ci ha lasciato nei giorni scorsi. Voglio esprimere la mia vicinanza alla figlia Danila Subranni, ai suoi affetti e a tutta la sua famiglia. Onore al generale per la sua vita di lotta: di lotta alla criminalità organizzata in primis e di lotta alle ingiustizie che ha subito per anni sulla sua pelle, con un processo avviato dalla magistratura di Palermo e conclusosi con una tardiva assoluzione. Esempio di tempra e di onestà, ha dedicato la sua vita alle istituzioni e all’Arma dei carabinieri ed è per questo un esempio per tutti noi».
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