Ennesimo colpo di scena nell’interminabile vicenda giudiziaria che riguarda Giuseppe Ferdico, imprenditore palermitano che ha costruito un impero nel settore della distribuzione dei detersivi processato per dieci volte. Dopo che è diventata definitiva la assoluzione dal reato di concorso esterno in associazione mafiosa, i suoi legali, gli avvocati Roberto Tricoli e Luigi Miceli, hanno presentato istanza di revocazione contro la confisca ultramilionaria del patrimonio di Ferdico. La corte d’appello di Caltanissetta l’ha rigettata, ora la Cassazione ha annullato la decisione, restituendo la parola ai giudici di secondo grado nisseni. L’odissea giudiziaria del re dei detersivi palermitano iniziò a settembre del 2007 quando, dopo tre richieste di archiviazione e una imputazione coatta decisa dal gip, venne assolto in primo grado. La sentenza fu ribaltata in appello con la condanna a 9 anni e 4 mesi. La Cassazione annullò con rinvio alla Corte d’appello che assolse nuovamente Ferdico. L’assoluzione ora è definitiva.
Parallelamente al processo penale a carico dell’imputato si è svolto il procedimento di prevenzione che ha portato, nel 2021 alla confisca del patrimonio. Per il tribunale c’erano indizi che Ferdico fosse vicino alla mafia e che avesse riciclato denaro di Cosa nostra. Ma alla luce dell’assoluzione definitiva dal reato di concorso esterno i legali del commerciante palermitano hanno proposto revocazione. Al primo no dell’appello di Caltanissetta è seguita ora la decisione della Cassazione che ha annullato il provvedimento con rinvio. “Alla fine prevarranno la forza del diritto e della verità, il signor Ferdico non è mai stato un imprenditore colluso», commentano gli avvocati Roberto Tricoli e Luigi Miceli.
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