La corte di Cassazione ha confermato la sentenza con la quale la Corte Appello di Palermo aveva dichiarato prescritta l’accusa di voto di scambio rivolta al sindaco di Alimena, Giuseppe Scrivano. La procura aveva inizialmente contestato all’imputato il voto di scambio politico mafioso, i giudici avevano riqualificato il reato in voto di scambio semplice: da qui la prescrizione e l’annullamento del verdetto di primo grado con cui il primo cittadino era stato condannato a 4 anni e 8 mesi. Scrivano, difeso dall’avvocato Vincenzo Lo Re, ha sempre respinto le accuse. In seguito alla condanna l’imputato venne sospeso - in base alla legge Severino - per 18 mesi.
Dopo la sentenza d’appello, che aveva anche revocato le provvisionali riconosciute in precedenza alle parti civili, riassunse la carica. Al centro del processo una presunta compravendita di voti da
boss di Bagheria da parte dell’imputato. «Dopo 11 anni la Corte di Cassazione ha posto fine alla vicenda che ha tormentato la mia vita - dice Scrivano - Con la sentenza di oggi la Corte, dichiarando inammissibile il ricorso del procuratore generale e della parte civile, mi ha assolto definitivamente. La giustizia su cui avevo sempre riposto la mia massima fiducia ha finalmente trionfato».
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