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Palermo, strade groviera terrore dei ciclisti: «Non è facile uscirne incolumi»

Dal centro alla periferia la mappa di disagi e proteste. Il dirigente: «Il morto deve scapparci per forza?». L’impiegato: «Vie impraticabili»

Palermo come il formaggio svizzero? Perché ormai è la città coi buchi. Da via Roma a via Castelforte, dove si «vola» come si fosse al Camel Trophy (ricordate?), a bene osservare il manto stradale, parrebbe di sì. Ma se l’Emmentaler è buonissimo, i solchi della cattiva manutenzione delle vie del capoluogo sono una tragedia. Strade al limite della percorribilità per automobilisti e soprattutto per i ciclisti che certe vie sono obbligati a percorrere per via della nuova ordinanza comunale che proibisce di pedalare, ad esempio, in via Maqueda e corso Vittorio Emanuele dalle 10 alle 5 del mattino e, in via Ruggero Settimo, dalle 20 alle 10 del mattino nei festivi e prefestivi.

«La pedonalizzazione è una grande conquista per la città - dice Giuseppe Alongi, 54 anni, dirigente nella vita, podista per diletto e ciclista che ogni giorno, per andare al lavoro in bici, percorre circa dieci chilometri nel centro storico -. Poter passeggiare dal porto al Teatro Massimo, dai Quattro Canti a Palazzo dei Normanni è un sogno che, fino a non molti anni fa, sembrava utopia. Rafforzare il concetto e rendere sempre più gradevoli le zone pedonali è un saggio obiettivo che tutti noi dovremmo sostenere, perché camminare è antico e naturale gesto umano». Tutto a posto, quindi? Proprio no soprattutto per chi, come lui, sceglie mezzi di trasporto «gentile», alternativi alle auto «e che rispettano silenziosamente il prossimo. Normalmente - riprende - sono ben tollerati in qualsiasi strada. Certo, è vero che con bici e monopattini, in certi punti in cui la carreggiata è stretta perché occupata da iniziative commerciali, la convivenza diventa molto difficile. Ecco, allora, arrivare i provvedimenti che lasciano le bici fuori dalle aree pedonali. Ma è incredibile che questo avvenga in una città dove il traffico è la norma e ti aspetti tutt’altro che un provvedimento del genere. Però ci può stare perché se di ordine si tratta, va bene».

E allora cos’è che non va? «Il non pensare a quale alternativa si lascia - continua - perché prima di vietare il passaggio alle bici si dovrebbe pensare bene a una valida alternativa per chi usa mezzi di spostamento gentile. O le bici sono equiparabili ai tir? Via Roma, specie nel tratto fra via Cavour e piazza Sturzo, è come un formaggio coi buchi. Anzi, peggio: un circuito a ostacoli pieno di buche, dossi, avvallamenti che, in alcuni tratti, somigliano alle foibe carsiche… Ovviamente buche disseminate in modo irregolare, direi quasi casuale: un campo minato per chi usa bici e monopattini, costringendo a fare gimkane per uscirne indenni. Lo stato del manto stradale, in quel tratto, è una vergogna e meriterebbe una degna sistemazione. Aiutare chi si sposta in silenzio, evitando di usare l’auto è doveroso. O deve scapparci il morto prima di provvedere?».

Anche Pietro Troia ha scelto di muoversi in bici. E anche lui, ogni giorno, ha a che fare con le buche che bisogna evitare per non cadere rovinosamente. «Ormai la città è una segnalazione continua - dice - da via Galileo Galilei, dove i marciapiedi sono rotti e i pedoni sono costretti a camminare sulle piste ciclabili a viale del Fante, passando per l’impraticabile via Giusti».

Insomma, servirebbe un pronto intervento buche per il patrimonio pubblico viario e in tanti si chiedono che fine abbia fatto l’accordo quadro che, per i prossimi quattro anni, consentirà interventi di manutenzione stradale: dallo scorso ottobre ne sono stati eseguiti alcuni, ma nella sostanza si è trattato di gocce nel deserto. Perché la lista degli interventi è lunga, anzi, lunghissima, praticamente infinita e così le buche si trasformano in piccoli crateri dov’è… sprofondo rosso anche per chi cammina a piedi. Come segnala, da Mondello, la signora Lucia Zanetti, 76 anni, friulana di origine ma da mezzo secolo in città. «C’è una buca sul marciapiede lato spiaggia proprio di fronte alla farmacia a Valdesi - scrive -. È abbastanza grande da contenere il piede di un bambino o da far cadere rovinosamente un adulto. A chi ci si deve rivolgere per segnalare il pericolo?».

Nella foto l'asfalto sconquassato in via Roma

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