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Palermo, Calì dopo l'incendio della sua Audi: «Ho rivissuto un incubo, ora cerco un'altra auto blindata»

Il rogo non è stato doloso, ma l'imprenditore che denunciò e fece arrestare i suoi estorsori chiede una mano per acquistare un nuovo mezzo che lo faccia sentire al sicuro

«Ho accolto con grande sollievo la comunicazione che non fosse incendio doloso, ma autocombustione, anche se ancora rimango in attesa di conoscere l’esito delle indagini di fatti gravi che mi riguardano accaduti nelle settimane precedenti. Ho rivissuto un incubo». Sono le parole dell'imprenditore Gianluca Calì dopo l'incendio che ha distrutto la sua Audi blindata, andata a fuoco nel parcheggio del supermercato Lidl a Bagheria, la scorsa settimana.

Calì, titolare di due concessionarie d'auto, denunciò e fece arrestare gli esattori del racket nel 2011, ma dopo il rogo ha temuto di essere nuovamente finito nel mirino. L'ipotesi di un attentato incendiario è stata esclusa dai carabinieri che hanno condotto le indagini, ma adesso l'imprenditore, che aveva acquistato di tasca sua l'auto ormai inutilizzabile, chiede una mano per trovarne un'altra. «Sto cercando una autovettura blindata da poter usare personalmente come sostitutiva di quella che è appena andata distrutta in seguito all'incendio - scrive sui social lanciando un appello - chiunque abbia notizie o indicazioni per favore mi faccia sapere in privato. Condividete se potete, grazie a ciascuno di voi».

Una richiesta a cui in tanti hanno risposto, fornendo indicazioni e consigli utili a reperire un altro mezzo che faccia sentire al sicuro l'imprenditore. Calì, infatti, dopo l'incendio alla sua concessionaria e l'arresto dei suoi estorsori, continuò a ricevere minacce e ritorsioni. Chiese l'assegnazione della scorta, ma non fu concessa. Decise quindi di acquistare il mezzo blindato messo in vendita su E-Bay dal governo Renzi per la spending review. Il rogo, avvenuto probabilmente per un malfunzionamento all'impianto elettrico, ha distrutto soprattutto la parte anteriore dell'auto.

I carabinieri hanno analizzato le immagini delle telecamere, da cui non è emerso alcun movimento sospetto. Inoltre, sul posto, non sono state trovate tracce di liquido infiammabile. «Esprimo tutta la mia rabbia e la mia fermezza nel dire una volta di più, a chiunque intenda fare qualcosa a me, alle mie attività e alla mia famiglia, che non arretrerò di un solo passo nel mio percorso di denuncia nei confronti della mafia - scrive Calì - La Dda e le forze dell’ordine dimostrano giornalmente che chiunque intenda delinquere viene assicurato alla giustizia e questo deve dare indicazioni chiare a chi ancora oggi ha dubbi sulla denuncia. Un grazie sentito e di vero cuore a voi tutti che mi avete riempito di solidarietà e avanti tutta che questa terra presto saprà di fresco profumo di libertà».

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