Gli investigatori dei Ris hanno portato via alcuni avanzi di cibo trovati nella villetta di Altavilla Milicia dove sono stati uccisi Antonella Salamone e i figli Kevin e Emanuel di 16 e 5 anni al culmine di un rito che avrebbe dovuto liberarli da una fantomatica possessione demoniaca. Il sospetto è che Giovanni Barreca possa essere stato drogato con qualche sostanza da Sabrina Fina e Massimo Carandente per indurlo a commettere gli omicidi. Era stato lui stesso a puntare il dito contro gli ex amici facendo intendere di essere stato stordito e manipolato: aveva confessato di averli accompagnati alla stazione ferroviaria dopo la carneficina e poi avrebbe telefonato ai carabinieri per consegnarsi. «Non ero in me, ero come imbambolato. Sabrina e Massimo mi hanno fatto bere qualcosa», è stata l’ammissione fatta al suo avvocato Giancarlo Barracato - che stamattina incontrerà di nuovo il suo assistito - e ai due consulenti della difesa, lo psichiatra Alberto Caputo e la criminologa Roberta Bruzzone, che lo hanno potuto ascoltare nei giorni scorsi al carcere dei Pagliarelli. A cancellare questi dubbi saranno gli esami di laboratorio che dovranno essere eseguiti sul materiale organico: in caso di esito positivo, le indagini potrebbero prendere una direzione decisiva. Ma i carabinieri del reparto investigazioni scientifiche di Messina hanno sequestrato nella casa di Sferracavallo dei «fratelli di Dio» anche una serie di bigliettini con le password di email e di profili social, appartenuti a Carandente, alcuni biglietti del treno e una scheda di memoria, definiti particolarmente interessanti perché potrebbero fare luce su altri aspetti oscuri della vicenda. Dai «pizzini», dove sono annotati i dati per accedere ad alcune caselle di gmail e agli account Facebook e Instagram, potrebbe essere possibile risalire ai contatti dell’uomo per stabilire se siano state coinvolte altre persone nelle fasi precedenti e successive alla strage. I biglietti del treno, invece, potrebbero fornire ulteriori riscontri sulla cosiddetta versione alternativa sostenuta dalla coppia: si tratta di dettagli importanti che andranno verificati assieme alla scheda Sd in cui potrebbero esserci immagini che adesso gli esperti dovranno analizzare con attenzione. Fina e Carandente giurano di non essere stati presenti nel momento in cui sono morti Antonella e i figli, ammettono di aver frequentato la villetta di Altavilla Milicia ma di non essere responsabili dei delitti: Sabrina ha chiesto più volte di essere interrogata dai magistrati della Procura di Termini Imerese mentre il compagno finora non è riuscito a parlare telefonicamente con l’avvocato Marco Rocca che ha così deciso di nominare un sostituto processuale che lo possa incontrare in un colloquio diretto. In ogni caso i quattro arrestati, compresa la figlia minorenne di Barreca che dovrà chiarire il suo ruolo su quanto è accaduto, dovrebbero essere sentiti solo dopo che verranno ultimate le verifiche sui cellulari e sulle celle telefoniche, sui risultati delle autopsie e sugli accertamenti eseguiti dai Ris. La lista degli oggetti, contenuta nel decreto di sequestro, è lunga e articolata: ci sono anche un sacchetto con alcune macchie di sangue rinvenuto nel giardino e altri reperti - vicino al punto in cui Barreca avrebbe seppellito la moglie dopo averla bruciata - come brandelli di vestiti e altri accessori che probabilmente indossava la donna, oltre alle cose recuperate all’interno dell’abitazione degli orrori, specialmente nel soggiorno e nella stanza della figlia diciassettenne di Barreca.