«Una vicenda che ha contorni unici nel suo genere». La frase fa un certo effetto perché a pronunciarla è la criminologa Roberta Bruzzone. Di delitti e scene del crimine ha una certa esperienza, eppure «la strage di Altavilla è molto particolare sotto il profilo delle varie personalità in campo». Bruzzone fa parte del team della difesa di Giovanni Barreca, sospettato di aver sterminato la sua famiglia insieme alla coppia Massimo Carandente e Sabrina Fina, ritenuti proprio da Barreca gli ideatori dell’eccidio in cui hanno perso la vita la moglie Antonella Salamone e i figli Kevin ed Emanuel.
Cosa la colpisce di questa vicenda?
«Scene del crimine ne ho viste tantissime, forse anche peggiori di questa. Non è tanto il problema della tipologia di delitti commessi che sono gravissimi, quanto il profilo delle varie personalità in campo. Mi riferisco a Barreca col suo delirio mistico e con tutto quello che ruota attorno alla coppia Barreca-Salamone e l'ingresso dell’altra coppia Fina-Carandente nella loro vita. Loro due spostano completamente l’ago della bilancia».
In che modo?
«Se Barreca e sua moglie non avessero incontrato Fina e Carandente non staremmo a parlare di questa tragedia. Barreca ha partecipato al contesto in maniera passiva, riceveva indicazioni che ha eseguito».
Indicazioni date da chi?
«Dalla coppia Fina-Carandente, almeno questo è quello che riferiscono padre e figlia (iindagata anche lei per la strage, ndr) senza mettersi d’accordo. La testimonianza della minore è un punto di partenza importante».
Eppure di Fina il fratello dice che è una donna buona e gentile, che addirittura sverrebbe alla vista del sangue. E di Carandente chi lo conosce racconta di una persona disponibile.
«Non ho motivo di smentire il fratello. Dico solo che le versioni di Barreca e della figlia dicono altro. Che motivo avrebbero di mentire dato che loro stessi si collocano all'interno della vicenda? Se dovessi chiamare in causa qualche altro lo farei spogliandomi di ogni responsabilità, invece Barreca e la figlia non si tirano fuori, avrebbero piuttosto un ruolo subalterno. Barreca sarebbe stato completamente in pugno della coppia. Antonella aveva dubbi su di loro ed è per questo che verrà processata dal punto di vista demoniaco e farà quella fine orribile, bruciata insieme agli oggetti a cui teneva di più».
I Ris a casa della coppia Fina-Carandente non hanno trovato nulla che abbia a che vedere col mondo sacro e i due si professano innocenti.
«La strage è avvenuta a casa di Barreca, non credo che ci fosse spazio per trovare elementi utili a casa dei due».
Possibile che alla strage abbiano partecipato altre persone?
«Non credo assolutamente, almeno non in quella settimana. Che possano esserci altre persone collegate a Fina e Carandente è possibile ma che ci siano altre persone coinvolte nella strage no».
Lei ha parlato una volta con Barreca. Che persona si è trovata davanti?
«Lucidamente delirante. Riconduce tutto quello che è successo, lo descrive in un impianto delirante. Il vicino di cella grida e Barreca è convinto che sia indemoniato e vorrebbe liberarlo da Satana. Ha un pensiero strutturato in maniera delirante, è convinto che la sua famiglia sia in paradiso e che ciò che è successo fosse l'unico modo per salvarla».
Non si sente in alcun modo responsabile?
«Gli mancano i familiari perché non li vede ma è convinto di aver agito per il loro bene».
Che idea si è fatta della figlia accusata di aver partecipato alla strage?
«Parliamo di una ragazza che aveva buone risorse sociali ma che nell’ambito familiare era assorbita da questo delirio di tipo mistico. Parlare di demoni e spiriti, in quella casa, era la normalità».
Cosa c’è, secondo lei, dietro la strage?
«Un humus di fanatismo religioso supportato da scarsi elementi culturali. Barreca ha la terza elementare. Nel tempo si è strutturata questa convinzione religiosa secondo cui bisognasse mantenersi puri e in linea col messaggio di Dio, altrimenti arrivavano i demoni».
Barreca non nascondeva questo suo delirio: come mai nessuno ha fatto nulla?
«Glielo confermo. Spesso diceva: “lì non mi siedo perché ci sono i demoni”. Ha persino rifiutato il regalo di un vicino perché nell’oggetto vedeva demoni».
Quali saranno i suoi prossimi passi?
«Presto incontrerò nuovamente Barreca, poi farò un accesso alla scena del crimine e ricostruirò tutte le fasi della vicenda per circostanziare tutte le versioni fornite. Prevarrà la versione che avrà riscontro nella scena del crimine».
Ha detto che le scritte sui muri sono importanti, perché?
«Testimoniano la convinzione che la casa fosse posseduta, sono scritte articolate. In casa c’erano due bibbie lasciate aperte e la coppia avrebbe fatto credere a Barreca che a chiuderle sia stata la moglie perché posseduta, a quel punto gli verrebbe l'idea di scrivere tutto sui muri».
Ma quale sarebbe stato il vantaggio della coppia?
«Sbarcare il lunario. Impossessarsi della casa dei Barreca».
Non le pare un po’ poco...?
«Non vedo altre ragioni».
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