«Non possiamo certamente essere felici per una sentenza nei confronti di un minorenne accusato di una violenza odiosa ai danni di una ragazza di 19 anni. La decisione del Gup del tribunale dei minorenni, superiore rispetto alla stessa richiesta dell’accusa, serve tuttavia a ristabilire la verità dopo tutte le false notizie e le infamità nei confronti della vittima di questo stupro di gruppo che qualcuno ha cercato di far passare come un rapporto consensuale». Lo ha detto all’ANSA l’avvocato Carla Garofalo che assiste la diciannovenne vittima della violenza di gruppo avvenuta a Palermo nel luglio scorso, dopo la condanna a 8 anni e 8 mesi per l’unico minorenne che faceva parte del branco. «La mia assistita ha dovuto combattere in tutti questi mesi con una campagna diffamatoria spaventosa nei suoi confronti. Una cosa che mi ha colpito è il fatto che la ragazza sia stata violentata dal branco, che poi si è alimentato di questa violenza in un crescendo insopportabile e questa violenza è continuata fino a 15 giorni fa con attacchi giornalistici e sui social furiosi. Si ha a che fare con una ragazza di 19 anni, come si può dimenticare?». Lo ha detto l’avvocato Carla Garofalo, legale della diciannovenne, vittima di uno stupro di gruppo, lo scorso 7 luglio, in un cantiere abbandonato del Foro Italico di Palermo, intervenendo nel pomeriggio a il «Diario del giorno» su Rete 4, dopo la condanna a 8 anni e 8 mesi nei confronti dell’unico minorenne che ha preso parte alla violenza. Il 19 aprile prossimo è prevista la sentenza contro gli altri 6 maggiorenni accusati di aver partecipato allo stupro. Nella foto il cantiere del Foro Italico dove sono avvenute le violenze sessuali