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Il massacro di Altavilla al culmine di un mese di rituali: «Prima le violenze morali, poi le torture»

Emergono dettagli sempre più macabri sulla strage avvenuta nella villetta in cui abitava la famiglia Barreca. Le parole dei magistrati e dei carabinieri

Quasi un mese di rituali, poi sfociati nella violenza dell’ultima settimana cui hanno partecipato attivamente anche Kevin e Miriam Barreca, la diciassettenne sopravvissuta al massacro di Altavilla Milicia. La dinamica che ha portato alla mattanza denunciata dallo stesso Giovanni Barreca, padre e marito delle vittime Kevin (15 anni), Emanuel (5 anni) e Antonella Salamone (41 anni), lo scorso sabato notte, si fa sempre più chiara e inquietante. Alla conferenza stampa indetta questa mattina (venerdì 16 febbraio) dal comando dei carabinieri di Bagheria, il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio, il sostituto Manfredi Lanza e il generale Luciano Magrini, comandante dei carabinieri della provincia di Palermo,  forniscono alcuni dei dettagli che hanno portato alla mattanza: tutto avrebbe avuto inizio circa un mese fa, quando la famiglia Barreca sarebbe stata sottoposta a rituali di esorcismo.

A guidare la purificazione dei luoghi e dei corpi impossessati dal demonio, la coppia di palermitani composta da Sabrina Fina e Massimo Carandente, «fermamente antisatanisti - ha spiegato Cartosio - un mese nel quale la frequentazione dell’abitazione Barreca è stata assidua». La moglie e i due figli più piccoli del muratore sarebbero stati soggetti prima a violenze morali - la prima fase dei rituali appunto - e poi a quelle fisiche. Torture inflitte con vari strumenti, che gli inquirenti per il momento non hanno ritenuto opportuno svelare, sfociate poi nei delitti.

«Sul come - ha aggiunto il procuratore di Termini Imerese - ancora non possiamo dare risposta: le autopsie si svolgeranno nei prossimi giorni (domani, sabato 17 gennaio, ndr) solo a quel punto sapremo le esatte dinamiche». I figli grandi hanno comunque giocato un ruolo attivo: una sorta di autolesionismo autoimposto perché convinti che nella casa e nei loro corpi albergasse il male. Sul contatto avvenuto tra Barreca e la coppia, gli inquirenti non escludono la pista social: «È probabile - hanno spiegato - che il contatto e il dialogo possa esserci stato anche attraverso le piattaforme dei social network».

Delitti e scenari che hanno colpito il corpo dei carabinieri e lo stesso procuratore: «Entrare in quella casa e vedere quei corpi dei ragazzi - ha detto Cartosio - il corpo di un bambino di cinque anni ridotto in delle condizioni non è uno strazio che è possibile raccontare senza emozionarsi». Sulla data della morte della madre dei ragazzi, Antonella Salamone, ha risposto il sostituto procuratore Manfredi Lanza: «Diciamo che per adesso - ha detto - il dato più certo è che la morte sia avvenuta tra l’8 e il 9 febbraio, ma attendiamo gli esami per capire concretamente modalità e tempistiche esatte». Il ruolo della sorella maggiore è stato dunque attivo almeno nella prima fase, «ma sugli eventuali capi di imputazioni la competenza spetta alla procura dei minori - sottolinea Cartosio - non è nostra competenza». L’unica a non aver giocato alcun ruolo, dunque, sembra essere la madre. Il delirio mistico di Barreca raggiunge il suo apice nel mese di gennaio, da li poi l’escalation: «Tutti in famiglia - aggiunge Cartosio - hanno vissuto con disagio gli atteggiamenti di Giovanni Barreca».

Nel video parlano il procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio e il sostituto procuratore Manfredi Lanza

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