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Lo stupro di gruppo al Foro Italico di Palermo, il processo ai sei imputati maggiorenni inizierà il 18 aprile

Il 5 marzo rito abbreviato per l'unico minorenne accusato di aver partecipato alla violenza

Inizierà il 18 aprile il processo ai sei imputati per lo stupro del Foro Italico, avvenuto a Palermo lo scorso 7 luglio in un cantiere abbandonato. Fissata la prima udienza dopo la richiesta e l'accettazione del rito abbreviato da parte della procura di Palermo, dopo la richiesta dei legali dei ragazzi, accusati di aver violentato, a turno, una ragazza di 19 anni.

La richiesta del rito abbreviato

L’istanza era stata formalizzata dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunta Laura Vaccaro. A ottobre la vittima, che ha denunciato gli abusi, è comparsa in aula per ribadire le accuse ai sette ragazzi, che sono tutti detenuti. Il tribunale del Riesame ha respinto le loro richieste di scarcerazione.

Abbreviato anche per il minorenne

Il gup del tribunale per i minorenni di Palermo, Maria Pino, aveva già ammesso la richiesta di rito abbreviato per Riccardo Parrinello, 18 anni, unico dei sette giovani che avrebbero preso parte all’aggressione a sfondo sessuale nei confronti di una diciannovenne a non avere ancora compiuto la maggiore età il giorno in cui fu commesso il reato. Il giovane è divenuto maggiorenne dopo i fatti.

Nel giudizio abbreviato, che inizierà il 5 marzo, oltre al regime sanzionatorio meno pesante, previsto per i minorenni, Parrinello potrà fruire di uno sconto di pena di un terzo.  Parrinello era stato scarcerato e affidato a una comunità ma il gup aveva revocato il provvedimento dopo avere scoperto che, violando i divieti, il ragazzino si era messo a postare video e frasi sullo stupro sui social.

La testimonianza della vittima

Al gip la ragazza, trasferita in una comunità protetta anche perché minacciata dai parenti degli indagati, ha raccontato di avere incontrato il gruppo alla Vucciria, nel centro storico, di avere bevuto e di essersi allontanata con loro, raggiungendo il Foro Italico. Poi la violenza. «Non erano rapporti consensuali», ha ribattuto, smentendo la tesi sostenuta dai legali degli imputati. «Volevo stare solo con Angelo Flores», ha detto la diciannovenne al gip, negando di essersi appartata con i sette per avere con loro un rapporto di gruppo. Con Flores, il più grande degli accusati, aveva già avuto incontri sessuali e ne era innamorata. È stato lui a riprendere gli abusi col cellulare e a condividerli con gli amici. Due video che sono diventati anche una delle maggiori prove a carico dei ragazzi.

La difesa

La difesa degli imputati è già passata al contrattacco. Tra gli atti, con immagini raccolti attraverso l'analisi dei filmati delle telecamere e la produzione di alcune testimonianze frutto dell'attività delle indagini di parte, ci sarebbe anche un video che mostrerebbe la ragazza che paga da bere ai sette ragazzi e poi mentre fa vedere sul suo telefonino alcune scene dove lei fa sesso con altre persone. Gli indagati si sono difesi sostenendo che la diciannovenne fosse d'accordo ad appartarsi con loro, una versione completamente opposta rispetto a quella della vittima.

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