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Da Altavilla a Novara, anni difficili per i Barreca e già allora il marito-killer frequentava gruppi carismatici discussi

Avevano vissuto prima nel capoluogo e poi si erano trasferiti a Romentino, il Comune erogò una serie di aiuti economici alla famiglia

Un post tratto dal profilo Facebook di Giovanni Barreca mostra lui con la moglie ed i figli +++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ NPK

C’è un filo sottile che lega la strage familiare di Altavilla Milicia e il Novarese. Giovanni Barreca e la moglie Antonella Salamone avevano vissuto per diversi anni nella provincia piemontese prima di ritornare in Sicilia cinque anni fa. Sono gli anni, tra l’altro, in cui sono nati il figlio sedicenne Kevin, uno dei due uccisi nella strage, e la figlia diciassettenne, unica scampata al massacro. Secondo quanto appreso dall’AGI, la famiglia aveva vissuto prima nel capoluogo e poi dal 2008 si era trasferita a Romentino, paese di poco più di 5.000 abitanti, nella zona dell’Ovest Ticino.

Qui dal 2008 risulta l’inizio dell’attività di Barreca come artigiano muratore e imbianchino, nella sede in via Cavallè, a nord dell’abitato in direzione del comune di Galliate, paese vicino dove risulta che i Barreca si siano trasferiti dal 2011 al 2014, prima di tornare nuovamente a Romentino. In paese nessuno ha un ricordo definito di questo nucleo familiare, che sembra essere stato come invisibile per anni.

Dagli archivi del Comune risultano, soprattutto negli anni 2015 e 2016, una serie di contributi economici erogati dal municipio romentinese a beneficio sia della moglie che del marito: segno che, almeno in quegli anni, l’attività lavorativa di Barreca non consentiva una tranquillità economica. Risulta che Barreca già allora frequentasse gruppi religiosi di ispirazione carismatica piuttosto discussi.

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