Non ce l'ha fatta Roberto Hödl, 83 anni, investito lo scorso 4 febbraio a Palermo. Da giorni si trovava ricoverato in gravi condizioni a Villa Sofia, la scorsa notte le sue condizioni di salute sono peggiorate e l'anziano è morto. Secondo la ricostruzione effettuata dagli agenti dell'Infortunistica della polizia municipale, Roberto Hödl camminava adiacente all'aiuola per raggiungere le strisce pedonali in piazza Leoni, quando è stato investito da una minicar guidata da un ragazzo di 16 anni.
L'anziano è caduto battendo la testa sull'asfalto. Immediatamente erano giunti i soccorsi e Hödl era stato trasportato al pronto soccorso di Villa Sofia per poi essere ricoverato al Trauma center di Villa Sofia dello stesso ospedale. I medici sono intervenuti per bloccare un'emorragia cerebrale.
Le condizioni dell'anziano, però, in questi giorni non sono migliorate. La scorsa notte, anzi, si sono aggravate. Dopo la constatazione del decesso, le autorità hanno avviato le procedure per il sequestro della microcar. Il ragazzo adesso è indagato con l'accusa di omicidio stradale
Roberto Hödl, l'esule fiumano giunto in Sicilia
Hödl era nato nel 1940 a Fiume e aveva dovuto affrontare un'infanzia traumatica. Il 4 giungo del 1945, dopo la guerra, la polizia segreta jugoslava fece sparire la sorella maggiore di 17 anni, Enrichetta, e poco dopo il papà morì di infarto. Come ricostruisce lo studioso nonché responsabile del museo civico Baldassarre Romano di Termini, Fabio Lo Bono, la giovane studentessa, di rientro da Trieste, fu presa con la forza da due partigiani titini con la promessa di liberarla entro tre giorni. Fu condotta in caserma, poi trasferita in un campo di concentramento jugoslavo. Della giovane non si ebbe più notizia.
A sinistra Roberto Hödl
Il campo profughi di Termini
La mamma Olga, a quel punto, con i figli Roberto, che aveva 9 anni, e Lucia, decisero così di fuggire dall'ex Jugoslavia, in virtù del trattato di Pace di Parigi siglato nel 1947, e affrontarono un lungo viaggio: partirono da Trieste e arrivarono a Termini Imerese, dove si trovava uno dei 109 campi profughi aperti per ospitare chi aveva deciso di lasciare la propria terra. La famiglia visse all’interno del campo profughi La Masa di Termini Imerese dal 1949 al 1956, anno in cui fu chiuso il campo e assegnato loro un alloggio popolare in via Cirrincione, a Palermo.
Il riconoscimento da Napolitano
La storia di Hödl era salita alla ribalta nel 2013, quando l'allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano lo aveva insignito nel Giorno del ricordo, consegnandogli il riconoscimento in memoria della sorella Enrichetta: «Studentessa. Residente a Fiume, fu arrestata il 4 giugno 1945 da partigiani titini ed imprigionata nelle locali carceri, dove risulta essere stata trattenuta per alcuni giorni. Da allora non si seppe più nulla di preciso».
Nel capoluogo, attualmente vivono Marco, figlio di Roberto Hödl, e la sorella Lucia. I funerali si terranno presso la chiesa di Santo Spirito nel cimitero di Sant’Orsola, a Palermo, mercoledì 14 febbraio alle 10.
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