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Palermo, l'Amap preleva acqua per la città dalla diga Poma ma il volume dell'invaso si è dimezzato

Sale la tensione e la preoccupazione tra gli agricoltori del Partinicese che oltre a lottare contro la crisi del sistema devono fare i conti con la siccità e i prelievi

Sale la tensione e la preoccupazione tra gli agricoltori del Partinicese che oltre a lottare contro la crisi del sistema devono fare i conti con la siccità e i prelievi dell’invaso Poma per uso idropotabile. Scatta la mobilitazione per una diga che oramai è vuota per oltre il 50 per cento, a causa delle scarse piogge, mentre i prelievi dell’Amap per alimentare le case di diversi comuni costieri proseguono e rischiano di depauperare le scorte di acqua. Un invaso che era nato ai tempi delle proteste del sociologo Danilo Dolci negli anni ‘60 esclusivamente al servizio dell’agricoltura. I tempi però sono cambiati e adesso quell’acqua non è più esclusiva delle campagne.

Così è scatta la mobilitazione delle sigle sindacali e degli stessi agricoltori che si sono dati appuntamento proprio alla diga per far sentire la propria voce ed evitare che la prossima campagna irrigua, che parte sulla carta da aprile e si conclude ad ottobre, sia l’ennesima contraddistinta da erogazioni idriche col contagocce. «La diga è già allo stremo, i prelievi dell’Amap continuano in maniera consistente per la città di Palermo e si prevedono problemi per la campagna irrigua» ha detto il segretario della Camera del Lavoro di Partinico, Tanino La Corte.

Un servizio completo di Michele Giuliano sull'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi

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