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Palermo, inciampa su un marciapiede dissestato e riporta diverse fratture: il Comune dovrà risarcire 30 mila euro

A causa della caduta, la donna riportò un trauma cranico-facciale, uno alla caviglia e uno alla spalla destra con segni clinici patologici

Marciapiede dissestato nei pressi della scuola Montegrappa

Un marciapiede dissestato, ricoperto da buche e avvallamenti e una caduta che lascia il segno, con una inabilità temporanea assoluta al 100% di 18 giorni, una relativa al 50% di 72 giorni ed una serie di conseguenze fisiche che si sono trascinate per mesi con un danno biologico permanente pari al 13% dell’integrità psico-fisica totale. L’incidente occorso alla palermitana R.L.P. di 76 anni (71 all’epoca dei fatti) ha portato alla condanna del Comune di Palermo, obbligato a pagare oltre 30 mila euro tra risarcimento del danno e spese legali.

La vicenda risale all'8 febbraio del 2019 quando la donna, percorrendo il marciapiedi di via Furitano, in zona Malaspina, pieno di spazzatura e occupato da un'auto, è inciampata. Il marciapiede era inoltre dissestato e le cattive condizioni non erano state segnalate. A causa della caduta, l'allora settantunenne riportò un trauma cranico-facciale, uno alla caviglia e uno alla spalla destra con segni clinici patologici. E ancora una frattura dell'apice del malleolo peroneale destro nonché la frattura scomposta del collo chirurgico omerale destro, per le quali è stata sottoposta ad intervento chirurgico di riduzione e sintesi delle fratture.

L’anziana, assistita dall’avvocato Fabio Toto, è riuscita a dimostrare che la situazione di dissesto del marciapiede non solo era evidente, ma come è emerso dalla testimonianza raccolta il pericolo non era stato segnalato. Tuttavia, considerata l’ora in cui è avvenuto l’incidente (erano le 10 di mattina), le condizioni di visibilità ottimali e il fatto che la donna conosceva la zona perché lì residente, il Tribunale di Palermo ha riconosciuto alla signora un concorso di responsabilità del 30% ma ha condannato il Comune a risarcire con oltre 27 mila euro la donna, oltre a farsi carico delle spese processuali e di consulenza tecnica.

Nel calcolare l’importo il giudice ha messo insieme tabelle e parametri che tengono conto dell’età della donna all’epoca dell'incidente, dei danni patrimoniali e non patrimoniali e dei mesi di convalescenza. Vi è un altro aspetto nella sentenza che riguarda i soggetti chiamati a risarcire. Il giudice non ha accolto la domanda di manleva, ossia l'istanza per essere sollevati da richieste di risarcimento, formulata dal Comune nei confronti della Rap, nonostante il disposto di un articolo del contratto di servizio tra la società partecipata e l'amministrazione prevedesse che la Rap è responsabile unicamente dei danni derivanti dall’inadempimento degli obblighi di manutenzione e pronto intervento da essa assunti. «Tuttavia nella vicenda - dice l'avvocato Toto - alcun inadempimento ai superiori obblighi di manutenzione e controllo era stato preventivamente addebitato dal Comune alla Rap». Da qui la condanna per l'amministrazione.

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