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Giornata della Memoria, la Shoah raccontata da bambini e ragazzi

Alla prefettura di Palermo riflessioni e spettacoli di studenti. Mariani: «La guerra in Medioriente resuscita vecchi demoni»

Hanno raccontato la Shoah con importanti riflessioni sulle leggi razziali e sugli orrori della guerra che ancora oggi portano alla discriminazione di ebrei, rom, disabili e omosessuali. Gli studenti di alcune scuole di Palermo e della provincia (il liceo classico Umberto I, l’educandato statale Maria Adelaide, il liceo scientifico Benedetto Croce, l’istituto comprensivo Rosario Livatino di Ficarazzi e la direzione didattica primo circolo Villabate) hanno partecipato all’incontro con il prefetto Massimo Mariani a Villa Whitaker, sede della prefettura del capoluogo, e hanno presentato i loro elaborati artistici e multimediali sul tema. Alcuni hanno messo in scena canti e rappresentazioni, altri si sono fatti portavoce di importanti testimonianze. Hanno ben compreso che il ricordo della tragica pagina di storia, alla luce dei conflitti in Ucraina e in Medioriente, oggi più che mai è attuale e piena di significato.

A rivolgersi direttamente agli studenti è il prefetto Mariani. «Questa giornata ha un grande significato - dice il prefetto - perché, come sapete, oggi è in corso un conflitto terribile nel Medioriente e le conseguenze arrivano anche nel mondo occidentale, dove negli ultimi duemila anni si sono verificati tanti episodi di antisemitismo. Oggi questa guerra ha resuscitato dei demoni che credevo fossero stati ormai rimossi dalla nostra Europa. Il mondo della cultura rigetta il legame con le Università che sono “colpevoli” di avere sede nello Stato di Israele. Eppure la cultura è un ponte fra diversi Paesi».

La professoressa Luciana Pepi, presidente dell’istituto siciliano di Studi ebraici sottolinea che «viviamo in una società che tende a dimenticare. Quest’anno per noi è particolarmente doloroso perché non possiamo prescindere dagli eventi del 7 ottobre che hanno cambiato il mondo ed è triste che sopratutto i giovani non diano attenzione ad una profonda conoscenza delle cose. Al contrario - aggiunge la professoressa Pepi -, danno letture e giudizi molto frettolosi».

Il servizio completo di Anna Cane oggi in edicola sul giornale 

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