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Palermo, esami truccati per lavorare sulle navi: quattro condanne in appello

Cinque anni, 1 mese e 10 giorni a Giovanni Paterna. Cade l'accusa di corruzione per Francesco De Santis, titolare di una scuola di formazione marittima

I giudici della prima sezione penale della corte d’appello di Palermo, presieduta da Adriana Piras, hanno emesso quattro condanne nel processo nato dall’inchiesta «sugli esami truccati» per diventare ufficiali di macchina e lavorare sulle navi. Pene ridotte in appello per il capitano superiore di lungo corso e componente della commissione esaminatrice Giovanni Paterna, 5 anni, 1 mese e 10 giorni, Francesco Giuseppe D’Annibale, 1 anno e 8 mesi, Francesco De Santis, 1 anno e 4 mesi.

Per quest’ultimo, titolare di una scuola di formazione marittima, difeso dagli avvocati Roberto Macaluso e Michele De Santis, è caduto il residuale capo di imputazione per corruzione derubricato in abuso d’ufficio. In primo grado era stato condannato a tre anni, a fronte di una richiesta di condanna a 9 anni. Per Alessandra Schirò, docente dell'Istituto nautico, nonché componente della commissione esaminatrice, invece, la condanna è passata da un anno e mezzo a due anni.

Le indagini sono del 2017 e sono state eseguite dai finanzieri del Gico del nucleo di polizia economico-finanziaria e dalla Capitaneria di porto di Palermo, che ritennero di avere scoperto un giro di tangenti e favori. Pagando fino a mille euro, i candidati avrebbero avuto la certezza di superare le prove indette dalla direzione marittima per ottenere l’abilitazione.

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