Sono trascorsi 36 anni dall'uccisione dell'assistente capo della polizia di Stato, Natale Mondo, e onorare la sua memoria, come quella di tutti i caduti, vittime di mafia, è per le istituzioni e per la società civile, un dovere. Lo dice il questore di Palermo, Maurizio Vito Calvino che, durante la cerimonia commemorativa, nella caserma Boris Giuliano, sede della Squadra mobile, ha deposto una corona di alloro sulla lapide dei Caduti, alla presenza dei familiari delle vittime di mafia. L’emozione più forte sicuramente è quella delle figlie di Natale Mondo, Dorotea e Loredana e della moglie Rosalia.
«Un ricordo più che doveroso – dice il questore Calvino – fatto di sentimento e di memoria. È giusto ricordare uno dei martiri di questa struttura in particolare. Non deve essere un ricordo sterile ma la testimonianza di quello che è stato fatto e di quello che è stato necessario fare dopo il sacrificio estremo di questi eroi che sono morti, una battaglia contro il male di questa città che continua perché il percorso è ancora lungo e complesso».
Dorotea Mondo condivide i suoi ricordi del padre: «Era un bravo padre, sempre giocoso e allegro – dice -. Organizzava eventi per la borgata dell’Arenella. Avevamo il negozio di giocattoli e li metteva a disposizione dei bambini che non potevano permetterseli. Organizzava il Carnevale e regalava i costumi. Era presente nonostante impegnato nel suo lavoro. Fare il poliziotto negli anni '80 non era semplice. È stato un padre meraviglioso e ci ha insegnato tanto. A me personalmente ha insegnato a difendermi. La sua paura maggiore era che potessero farci del male. Giocavamo alla lotta, a sparare con la pistola ad aria compressa perché dovevamo sempre essere pronte a difenderci da un rapimento o da qualsiasi altra evenienza, sopratutto dopo l’attentato di Ninni Cassarà nell’85 fino al giorno in cui l’hanno ammazzato, il 14 gennaio 1988».
A riunire tutti in un momento di preghiera è stato il cappellano Massimiliano Purpura che ha ricordato l’importanza della memoria per i giovani: «Sono loro il futuro – dice padre Purpura -. Dobbiamo renderli protagonisti del presente, aiutarli a prendere coscienza del sacrificio di tutti questi uomini che hanno dato la propria vita per assicurare a noi oggi la libertà. Hanno permesso una presa di coscienza contro il fenomeno della mafia che, nonostante la lotta che ha costato la vita a tanti uomini e donne, è ancora presente. Dobbiamo stare attenti ai silenzi perché cammina sotto traccia e tende sempre a ricostruirsi per puntare al potere economico».
Mondo nacque a Palermo il 21 ottobre 1952. Si era arruolato in polizia nel 1972, prestando servizio presso il ministero dell'Interno e la questura di Roma, successivamente a Siracusa e poi a Trapani. Qui conobbe Ninni Cassarà, con cui lavorò gomito a gomito per quasi 7 anni. Fu ucciso, all'età di 36 anni, nel primo pomeriggio del 14 gennaio 1988, in via Papa Sergio, mentre si trovava davanti al negozio di giocattoli gestito dalla moglie, "Il mondo dei balocchi", nel quartiere dell'Arenella.
nel video le interviste al questore di Palermo, Maurizio Vito Calvino; a Dorotea Mondo; al cappellano Massimiliano Purpura
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