Il casolare Badalamenti resta al Comune di Cinisi che dovrà pagare circa 71 mila euro al proprietario. È quanto stabilito dalla Cassazione che ha chiuso la vicenda sull’immobile in contrada Napoli, respingendo il ricorso della famiglia del boss Tano Badalamenti che ha rivendicato la proprietà e l’errore al momento della confisca. Un errore riconosciuto anche dai giudici della suprema corte. Ma le contestazioni andavano fatte per tempo, sin da quando ci fu il provvedimento di confisca che risale al 2010. Ecco perché il Comune resta il proprietario, ma dovrà versare il valore dell’immobile, pari a circa 71 mila euro.
La seconda sezione della Cassazione, confermando la sentenza d’appello, ha ritenuto inammissibile il ricorso presentato da Leonardo Badalamenti, il figlio del boss, erede del casolare insieme a Vito Badalamenti e Teresa Vitale. Nel provvedimento di confisca fu commesso effettivamente un refuso: fu trascritta un particella anziché un’altra e nel calderone finì questo casolare. Un errore che venne corretto dalla Corte d’assise solo nel 2020. A suo tempo i giudici disposero quindi che il casolare, che non era mai stato oggetto di sequestro, fosse riconsegnato agli eredi del boss. Ma nel frattempo il Comune aveva effettuato dei lavori e fu legittimato ad andare avanti dall’Agenzia nazionale dei beni confiscati.
«La confisca in esame - scrive la Cassazione - non può in alcun modo incidere sulla legittimità del possesso dell’immobile, mai contestato dal ricorrente».
Nella foto il casolare conteso
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