Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

«Ha ucciso una donna» a Campofelice di Roccella, ma torna subito in libertà

Claudio Longo è affetto da una patologia mentale: il trattamento sanitario obbligatorio è finito ed è già rientrato nel palazzo in cui ha pure ferito altre persone

Lo squilibrato accusato di omicidio e lesioni ai danni di altre tre persone è tornato a casa, senza alcuna misura restrittiva, dopo il trattamento sanitario obbligatorio. Il suo rientro in assoluta libertà, nell’abitazione dei genitori, nel rione teatro della tragica aggressione (via Grecia a Campofelice di Roccella) contro le quattro donne ha gettato nel terrore decine di famiglie, in preda alla paura e al timore di nuove azioni violente da parte di Claudio Longo di 45 anni, e ha creato non poco imbarazzo anche in diversi esponenti delle istituzioni e dell’apparato giudiziario.

«Proviamo angoscia e rabbia per l’assoluta incertezza di legalità - affermano i suoi vicini di casa -. Viviamo in una situazione di pericolo senza che nessuno muova un dito per garantire la dovuta sicurezza. Non riusciamo a comprendere come nei confronti di quest’uomo non sia stato adottato alcun provvedimento dopo l’aggressione costata la vita a un’anziana e le percosse ad altre tre signore rimaste ferite». Longo, assistito dall’avvocato Salvatore Pirrone, è rientrato nell’abitazione familiare mercoledì, dopo le dimissioni dall’ospedale di Termini Imerese, dove era stato trasferito dopo il Tso firmato dal sindaco di Cefalù e la sua presenza ha allarmato numerosi cittadini di Campofelice di Roccella, che hanno allertato il primo cittadino, Giuseppe Di Maggio e le forze dell’ordine, per segnalare la situazione di pericolo e il timore di ulteriori azioni violente. Su di lui c’è un’indagine per omicidio preterintenzionale condotta dai carabinieri e dal pm termitano Concetta Federico, ma non ci sono misure cautelari. I motivi della mancanza dei provvedimenti restrittivi non sono chiari. Del caso è stato informato anche il procuratore Ambrogio Cartosio, che coordina l’ufficio giudiziario di Termini Imerese.

I drammatici fatti sono avvenuti il 13 dicembre, quando Longo, afflitto da una patologia psichiatrica, si è scagliato con violenza contro il suo stesso padre e quattro donne che vivono nei palazzi comunali di via Grecia. Ad avere la peggio era stata Francesca Chiavetta, di 80 anni, trasportata in codice rosso all’ospedale di Cefalù e morta dopo alcune ore di agonia a causa dei profondi traumi riportati. A scatenare l’ira dell'uomo sarebbero stati vecchi rancori per beghe condominiali, oltre che la sua instabilità. Prima si sarebbe accanito contro l’anziana, da tutti conosciuta come la signora Franca, caduta rovinosamente sulle scale, poi avrebbe preso di mira altre tre donne e il padre. Da via Grecia era stato lanciato l’allarme al 118 e ai carabinieri, che a fatica erano riusciti a immobilizzare Longo e a condurlo in ospedale. Poi per lui era stato disposto il trattamento sanitario obbligatorio. Finito il ricovero, nonostante l’accusa di omicidio preterintenzionale, l’uomo è rientrato a casa dei genitori, con grande preoccupazione dei vicini. Che adesso si interrogano su che tipo di valutazioni abbiano fatto la magistratura e i medici che hanno curato l'indagato.
«Non è possibile che un uomo accusato di omicidio possa tornare a casa con piena libertà di movimento - affermano alcuni residenti di via Grecia - e per di più negli stessi luoghi in cui si è consumata la tragedia. Siamo terrorizzati e indignati».

Nella foto via Grecia, teatro dell'aggressione e la vittima, Franca Chiavetta

Tag:

Caricamento commenti

Commenta la notizia