Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Il boss palermitano Gino «'u mitra» sotto processo in Campania: è accusato di avere usato uno smartphone in carcere

Luigi Abbate della Kalsa comparirà davanti al tribunale di Santa Maria Capua Vetere assieme ad altri otto detenuti. Proprio in quel carcere è stato intercettato adesso un drone con un carico di cellulari

Luigi Abbate e il carcere di Santa Maria Capua Vetere

Anche un boss di Palermo, secondo le accuse, comunicava con uno smartphone dal carcere campano di Santa Maria Capua Vetere. Per questa ragione Luigi Abbate, noto come Gino «'u mitra», ritenuto esponente di spicco del clan della Kalsa, sarà giudicato assieme ad altri otto detenuti della struttura penitenziaria casertana. Una notizia pubblicata dal giornale on line È Caserta che arriva proprio nel giorno in cui, sempre presso il carcere di Santa Maria Capua Vetere, è stato intercettato dalla polizia penitenziaria un drone con attaccato un pacco contenente cellulari.

Il processo

I nove detenuti, scrive È Caserta, sono accusati di aver utilizzato uno smartphone per comunicare con persone al di fuori del carcere. Sono chiamati a giudizio il prossimo mese di marzo presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Si tratta di Luigi Abbate, 65enne di Palermo; Salvatore Attanasio, 38enne di Grumo Nevano; Vincenzo Avverso, 29enne di Acerra; Patrizio D’Aria, 35enne di Mugnano di Napoli; Giovanni Natale, 53enne di Lusciano; Francesco Piccirillo, 32enne di Marcianise; Mariano Porcino, 33enne di Napoli; Ruben Russo, 24enne di Roma; Raffaele Trongone, 56enne di Napoli. Il cellulare usato è uno smartphone Redmi di colore nero con due schede telefoniche che sarebbe stato utilizzato di nascosto dal gennaio 2022 al maggio 2023.

Il pacco di Natale

Il carico con i cellulati, una sorta di «pacco di Babbo Natale», è stato notato perché impigliatosi nei cavi dell’alta tensione adiacenti al perimetro dell’istituto. Per recuperarlo c' è stato l’intervento dei vigili del fuoco e dei tecnici dell’Enel. A dare notizia dell’ennesimo ritrovamento di oggetti la cui introduzione in carcere è vietata, è il sindacato della polizia penitenziaria Uspp, mediante una nota del segretario regionale campano Ciro Auricchio e del presidente nazionale Giuseppe Moretti, che fanno i complimenti alla «polizia penitenziaria che riesce ancora a fare prevenzione nonostante la ormai cronica carenza di personale. A Santa Maria Capua Vetere mancano 70 agenti, il corpo va dotato di strumenti tecnologici avanzati e di risorse umane per assicurare l’ordine e la sicurezza del carcere».

Nella foto Luigi Abbate e il carcere di Santa Maria Capua Vetere

 

Tag:

Persone:

Caricamento commenti

Commenta la notizia