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Droga ed estorsioni, in appello confermate le condanne per tre palermitani

Traffico di stupefacenti tra Castellammare del Golfo e Palermo. Assolto un imputato di Trappeto

Conferma della condanna per cinque imputati. Riduzione di un mese per altri due e una sola assoluzione. Questa la sentenza messa dalla Corte d’appello, prima sezione penale, nei confronti di un gruppo di persone coinvolte nell’operazione Delivery scattata il primo marzo dello scorso anno a Castellammare del Golfo. I giudici hanno assolto Salvatore Ferrara di Trappeto perché il fatto non sussiste. Quattro anni e 8 mesi di reclusione, pena ridotta di un mese, per il palermitano Gabriele Piazza che dovrà pagare anche 20 mila euro di multa. Nove mesi e 10 giorni di reclusione e multa di 1.600 euro al palermitano Antonino Margagliotti. Condanne confermate al quarantenne castellammarese Salvatore Bosco a 7 anni e 4 mesi di carcere, oltre al pagamento di 34.000 euro di multa. Alla compagna Emanuela Di Bartolo e al figlio di quest’ultima Davide Calabrò rispettivamente a 5 anni e 5 mesi e 3 anni, 8 mesi e 14 giorni. Quattro anni e otto mesi al palermitano Domenico Bellomonte. Sei mesi confermati per Antonino Furco, castellammarese, residente a Borgetto. Per Davide Calabrò, i giudici hanno sostituto la pena detentiva con la detenzione domiciliare di pari durata, presso il domicilio di Alcamo in contrada Forgia-Molinello. Erano accusati a vario titolo di spaccio di droga e anche di estorsione.

I carabinieri del comando provinciale di Trapani, coadiuvati da quello di Palermo nonché dallo squadrone eliportato cacciatori di Sicilia sottoposero a misure cautelari venti persone, dai 22 ai 56 anni, fra Castellammare del Golfo, Trapani, Partinico e Palermo. L’operazione prese l’avvio dalle indagini condotte dai carabinieri della stazione di Castellammare del Golfo da marzo a giugno 2020, in pieno lockdown, e scaturite dalle dichiarazioni della moglie di un consumatore di droga. La donna castellammarese, allarmata per le frequentazioni del marito, si era resa conto che lo stesso aveva iniziato a consumare cocaina con frequenza periodica. Era stata la stessa moglie ad indicare i nomi dei presunti pusher.

Le successive indagini, svolte anche con mezzi tecnici, hanno messo in luce che, a Castellammare del Golfo, tre soggetti, con l’ausilio di complici e parenti, avrebbero organizzato un sistema di «delivery» di marijuana e cocaina, sostanze che sarebbero state acquistate rispettivamente a Partinico e nel quartiere Zen. Gli scambi dello stupefacente sarebbero avvenuti vicino alle abitazioni dei presunti spacciatori, presso gli unici esercizi commerciali aperti nel periodo delle più stringenti misure di contenimento della pandemia, nonché nel corso di festini riservati, organizzati in abitazioni private.

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