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Palermo, cercò di uccidere la moglie che aveva deciso di separarsi: condannato a otto anni e quattro mesi

Per Giuseppe Consumare, panettiere, la procura aveva chiesto una pena molto più severa, ma all'imputato il tribunale ha concesso le attenuanti generiche. La vittima fu medicata con oltre cento punti di sutura

Il palazzo di giustizia di Palermo

Il tribunale di Palermo ha condannato a 8 anni e 4 mesi Giuseppe Consumare, accusato del tentativo di omicidio della moglie. La procura aveva chiesto 14 anni. All’imputato, difeso dall’avvocato Giovanni Pecorella, sono state concesse le attenuanti generiche.

Il tentato femminicidio risale al mese di marzo di quest'anno. L’uomo, di mestiere panettiere, non avrebbe accettato la scelta di separarsi presa dalla moglie. La vittima era tornata nella sua casa ad Altarello per prendere alcuni vestiti e oggetti personali. Pensava che il marito fosse al lavoro, al panificio. Invece, lo ha trovato a casa. L’imputato ha preso un coltello e l’ha colpita con violenza. I medici dell’ospedale Ingrassia hanno medicato le ferite con oltre 100 punti di sutura. La donna è stata anche colpita a calci e pugni.

Dopo più di 24 ore di fuga e ricerche, l’uomo ha deciso di consegnarsi. Ai carabinieri ha detto che non voleva uccidere la moglie. Gli investigatori gli davano la caccia e così Consumare, di 52 anni, ha bussato alla porta della stazione dell’Arma di Altarello e si è consegnato. Al termine della sua deposizione è stato condotto nel carcere di Pagliarelli con l’accusa di tentato omicidio.

I coniugi, in base a quanto raccontato dalla donna, si erano separati a Natale. La signora, di 47 anni, aveva deciso di trasferirsi nella casa di uno dei figli, che si trova nello stesso edificio. Lei aveva deciso di dare un taglio al loro matrimonio durato quasi 30 anni tra liti e incomprensioni.

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