Il gip di Palermo ha convalidato i fermi disposti dalla Procura del capoluogo a carico di 6 indagati con l'accusa di essere esponenti delle «famiglie» mafiose di Torretta, Borgetto e Partinico. Sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, incendio. L’inchiesta che ha portato ai provvedimenti è stata condotta dalla polizia in collaborazione con l’Fbi. Contestualmente gli investigatori americani hanno eseguito altre 10 misure restrittive. Le indagini hanno confermato l’esistenza di strettissimi rapporti tra cosca newyorkese dei Gambino e Cosa nostra siciliana.
Il gip, oltre a convalidare i fermi, ha disposto la custodia cautelare in carcere per Francesco Rappa e Salvatore Prestigiacomo di 50 anni, mentre per Maria Caruso, Giacomo Palazzolo, padre dell'assessore di Giardinello Faro Rosario, che dopo la retata ha rassegnato le dimissioni, e Salvatore Prestigiacomo di 54 anni, omonimo del boss cinquantenne finito in carcere, ha stabilito i domiciliari. Per Isacco Urso, quarantenne di Verbania, il giudice ha deciso invece gli arresti ospedalieri. L’indagato era già ricoverato all’ospedale Villa Sofia di Palermo. Nel blitz di mercoledì (8 novembre) a Palermo è stato fermato anche Giovan Battista Badalamenti, 69 anni, di Torretta.
Personaggio centrale della tranche siciliana dell’indagine è l’anziano boss Francesco Rappa, 81 anni, tornato a guidare la «famiglia» di Borgetto dopo aver scontato tre condanne per mafia.
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