Gli specialisti delle rapine mordi e fuggi nei negozi e contro i passanti finiscono in trappola al termine di un’indagine della squadra mobile di Palermo su una lunga catena di assalti in diversi quartieri della città. Sono R. V. di 42 anni e V. R. di 20, accusati di 4 colpi tra compiuti e tentati. Ma al primo vengono contestati altri 27 raid, una sorta di record.
I due sono stati raggiunti da un ordine di custodia cautelare in carcere e assieme avrebbero agito tra il 7 maggio, quando sarebbero entrati in azione tre volte nell’arco di poche ore riuscendo a prendere 1.200 euro in due negozi e fallire la rapina in un altro, e il 23 agosto dello scorso anno, quando un giovane che stava per prelevare i soldi al bancomat delle Poste di via Mariano Stabile fu minacciato. La vittima reagì e riuscì a mettere in fuga i banditi, poi scappati a bordo di uno scooter di colore bianco risultato rubato.
E proprio l’esame del modus operandi dei malviventi e l’esame delle registrazioni degli impianti di videosorveglianza installati nei luoghi delle rapine hanno consentito agli investigatori di stringere il cerchio attorno ai sospettati passo dopo passo. E di individuare anche l’autore di quei 27 assalti, andati a segno o falliti, soprattutto a passanti in poco meno di un mese (dal 24 luglio al 23 agosto 2022).
In particolare, R. V. avrebbe preso di mira giovani e minorenni, avvicinandoli anche in pieno giorno, per portargli via i soldi dopo averli minacciati con varie armi: coltello, cacciavite o bottiglie di vetro. Non è escluso che il numero dei colpi possa essere anche superiore e, così, i poliziotti invitano a chi dovesse essere rimasto vittima dei banditi a farsi avanti.
Un impulso alle attività investigative degli agenti della sezione «contrasto al crimine diffuso» della squadra mobile è arrivato dalle descrizioni fornite dalle vittime ma anche dei filmati. Inoltre, i due, qualche giorno dopo le rapine effettuate negli esercizi commerciali, furono fermati per un controllo di polizia a bordo di uno scooter di colore blu risultato identico a quello utilizzato per la fuga in occasione delle rapine del 7 maggio e ripreso dai circuiti di videosorveglianza presenti in zona. Il mezzo è risultato intestato a un conoscente di R. V. e, ancora, i caschi che indossavano durante il controllo erano identici a quelli che i rapinatori avevano durante la fuga. Gli elementi acquisiti dai poliziotti sono confluiti in un voluminoso rapporto poi girato alla magistratura. E, adesso, per i due è arrivato l’ordine di custodia in carcere.
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