La ripetizione delle domande nelle sessioni di aprile e luglio, la partecipazione degli studenti di quarto anno di liceo, il calcolo di equalizzazione dei punteggi che avrebbe falsato gli esiti delle prove fino ad arrivare, con tanto di esposto alla Procura della Repubblica di Palermo, alla presunta compravendita dei quiz da parte degli studenti e delle scuole di preparazione. Dietro ai test d’ammissione alla facoltà di Medicina e Chirurgia, ogni anno, si consumano migliaia di battaglie legali. Perché qualcosa che non torna c’è sempre e stavolta il Tar del Lazio vuole vederci chiaro. I magistrati capitolini si sono pronunciati emettendo un’ordinanza contro le principali università italiane e il consorzio Cisia, che si occupa di organizzare su scala nazionale i test d’ammissione per le facoltà a numero chiuso, sul ricorso proposto dal messinese Alessandro Azzaro, difeso dagli avvocati Francesco Leone, Simona Fell e Rosy Floriana Barbata.
Il caso specifico è un classico. Azzaro ha partecipato all’ultima sessione del test di Medicina. Ha raggiunto un punteggio molto alto distante solo pochi decimi dall’immatricolazione. A causa del calcolo di equalizzazione imposto dal Cisia non ha però avuto un risultato pienamente positivo e così ha fatto ricorso contro un altro concorrente che l’ha superato in graduatoria.
Un servizio completo di Giorgio Mannino sul Giornale di Sicilia in edicola oggi
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia