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Palermo, la rumena uccisa e sepolta sul Monte Pellegrino: confermata condanna a 15 anni per l'assassino

La pena è relativamente contenuta per una perizia psichiatrica che ha acclarato i disturbi della personalità di Damiano Torrente, che si era autoaccusato del delitto ma poi aveva ritrattato

Ruxandra Vesco, la donna uccisa

La corte d’Assise d’appello di Palermo ha confermato la condanna a 15 anni per Damiano Torrente, l’uomo che nel 2021 fece scoprire il corpo di Ruxandra Vesco, uccisa e sepolta nel 2015 sul Monte Pellegrino, il promontorio che domina il capoluogo della Sicilia.

Torrente - che poi ha più volte ritrattato - risponde di omicidio volontario e occultamento di cadavere, ma la pena è relativamente contenuta per una perizia psichiatrica che ha acclarato i suoi disturbi della personalità. Damiano Torrente si era autoaccusato del delitto, vittima la ragazza di origini rumene ma adottata da una coppia di Alcamo.

Oscuri i motivi dell’omicidio, come il movente e il luogo in cui Vesco venne uccisa: secondo i carabinieri, infatti, sarebbe stata assassinata altrove e poi gettata lì. La Procura generale, nel processo di appello, aveva chiesto di aumentare la pena a 25 anni, la stessa richiesta avanzata dai pm di primo grado. L’avvocato Alessandro Musso si riserva l’impugnazione in Cassazione. Torrente, 50 anni, era pescatore della borgata marinara dell’Acquasanta.

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