
«Da 37 anni chiediamo giustizia e verità, finora senza avere mai alcuna risposta»: è l’accorato appello dei genitori, Ninni Domino e Graziella Accetta, che non hanno mai smesso di pretendere un processo sull’omicidio di Claudio, rimasto fino a oggi senza un colpevole. Il piccolo aveva 11 anni quando fu ucciso con un colpo di pistola alla testa, il 7 ottobre 1986, nella strada di San Lorenzo che oggi porta il suo nome. Per la sua morte non sono stati individuati i responsabili, né le inchieste sono approdate a nulla. Ora padre e madre del bambino, a 37 anni da quella tragedia, sono tornati ancora lì davanti alla lapide che ricorda l’orrore che sconvolse la città.
Ma la storia di Claudio è stata raccontata anche da Angelo Sicilia, uno degli ultimi pupari siciliani, con uno spettacolo messo in scena davanti agli studenti dell’Istituto Ignazio Florio-San Lorenzo, la stessa scuola che frequentava il bambino, nei pressi del luogo del delitto. E i suoi coetanei l’hanno ricordato recitando poesie e liberando tantissimi palloncini bianchi nel cielo. Per anni è circolata l’ipotesi che il piccolo avesse visto nel quartiere alcuni spacciatori che confezionavano dosi di droga, o comunque fosse stato testimone di qualcosa che non doveva essere raccontato a nessuno. I genitori del ragazzino ricordano invece quanto avrebbe dichiarato il confidente Luigi Ilardo, ucciso nel 1996, al colonnello dei carabinieri Michele Riccio: parlò di un personaggio con la faccia da mostro che il giorno dell’assassinio del bambino circolava per le strade di San Lorenzo. La Procura non si è pronunciata negli anni. Diversi pentiti di mafia hanno deviato le indagini, diverse piste hanno insabbiato la verità e diffamazioni hanno colpito la famiglia.
Un servizio completo di Fabio Geraci sull'edizione di Palermo del Giornale di Sicilia in edicola oggi

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