Palermo

Giovedì 24 Ottobre 2024

Il padre dell’agente Agostino: «Dopo la condanna è vicino il tempo di tagliare la barba»

«Sono soddisfatto perché hanno condannato il macellaio di mio figlio e di mia nuora. Soddisfatto anche per mia moglie, desideravo tanto che ci fosse anche lei accanto a me. Ora toglierò la scritta sulla sua lapide, “morta in attesa di verità e giustizia”». Queste le prime parole di Vincenzo Agostino, papà di Nino e suocero di Ida Castelluccio, poco dopo la conferma dell’ergastolo, in appello, per il killer di Resuttana, Nino Madonia, accusato dell’omicidio della coppia, uccisa il 5 agosto 1989. Agostino - che ha assistito a tutte le udienze sia del processo in abbreviato a Madonia sia a quelle col rito ordinario a carico di Gaetano Scotto e Francesco Paolo Rizzuto - prosegue: «Ringrazio tutti in particolare l’avvocato (Fabio Repici, ndr) e soprattutto la magistratura. Finalmente si fa luce. Non soltanto per me e per la mia famiglia. Quella di oggi è una sentenza importante per l’intero Paese. Intanto, Madonia - prosegue - resta in carcere, io spero che adesso decida di pentirsi e di raccontare tutto quello che sa». Poi Agostino conclude: «Si sta avvicinando il giorno in cui potrei tagliare la barba (lunga e bianca che non taglia dal 5 agosto ‘89, il giorno del delitto, ndr) perché si avvia a conclusione anche il procedimento ordinario. In caso di condanna, posso dire che quel giorno potrò mantenere la promessa che ho fatto sulla tomba di mio figlio».

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