Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Messina Denaro, Grasso: «Finisce un'era ma non Cosa nostra»

L'ex procuratore nazionale antimafia: «Per il ruolo che ha svolto e le decisioni che ha contribuito a prendere avrebbero potuto far chiarezza su una stagione, quella tra gli anni '80 e gli anni '90, su cui ancora abbiamo bisogno di sapere tutta la verità»

Pietro Grasso alla camera ardente di Rita Borsellino

«Con la morte di Matteo Messina Denaro finisce una vita piena di violenza, trame, misteri. Finisce anche un’era di Cosa nostra, ma non Cosa nostra. È stata una figura importante nella stagione più feroce della mafia siciliana: ha avuto un ruolo fondamentale in ogni fase delle stragi, dalla decisione all’organizzazione e all’esecuzione materiale, sia al fianco di Riina che dopo il suo arresto, quando si schierò, con Bagarella e Graviano, tra quelli che determinarono di proseguire con le bombe e avviarono l’anno delle stragi in continente». Così Pietro Grasso, presidente della Fondazione Scintille di futuro, già procuratore nazionale antimafia, in una nota.

«Per il ruolo che ha svolto - continua Grasso - e le decisioni che ha contribuito a prendere di certo era a conoscenza di nomi, dettagli, complicità che avrebbero potuto far chiarezza su una stagione, quella tra gli anni 80 e gli anni 90, su cui ancora abbiamo bisogno di sapere tutta la verità. Nemmeno negli ultimi mesi, pur consapevole di quanto grave fosse la sua condizione clinica, ha voluto dare un minimo ristoro a tutte le sue vittime e ai loro familiari fornendo elementi di verità. Cosa nostra non è finita con la morte di Riina, né con quella di Provenzano, e non finisce oggi. Cosa nostra cambia, evolve, si trasforma, ma resta il principale ostacolo per una Sicilia e per una Italia libera dal giogo della violenza, del ricatto, della povertà».

Tag:

Caricamento commenti

Commenta la notizia