Una sferzata alla piaga degli incendi, «molto simile a quella della mafia perché odora di morte», e un’altra alla politica e alle istituzioni che non sanno tutelare il territorio e usano i forestali come «una riserva di consenso elettorale». Duro è stato il vescovo di Cefalù, Giuseppe Marciante, nell’omelia per i funerali in cattedrale di Maria David, la donna di 42 anni morta mentre cercava di salvare i suoi cavalli. Sono state esequie partecipate in una chiesa affollata. In prima fila i familiari e gli amici della vittima, i sindaci del comprensorio, i volontari della Protezione civile.
Il prelato ha tuonato contro «le mani diaboliche di criminali senza cuore e coscienza» che hanno ucciso «la vita del nostro stupendo territorio, ma soprattutto vite umane». Monsignor Marciante ha invocato Cristo per «strappare il velo di vergogna che copre la faccia della nostra Regione. Mettiamoci in marcia - ha aggiunto - per strappare la coltre di cenere omertosa che copre i nostri silenzi».
E poi, citando il papa Francesco e la sua enciclica Laudato sì, il vescovo ha rivolto un appello soprattutto ai giovani: “Mettiamoci in marcia come sentinelle della nostra terra, dei nostri beni naturali, dei nostri preziosi beni culturali, del bene delle nostre vite».
«Occorre dare maggior spazio - ha insistito - a una sana politica, capace di riformare le istituzioni, coordinarle e dotarle di buone pratiche, che permettano di superare pressioni e inerzie viziose. Tuttavia - ha concluso - bisogna aggiungere che i migliori dispositivi finiscono per soccombere quando mancano le grandi mete, i valori, una comprensione umanistica e ricca di significato, capaci di conferire a ogni società un orientamento nobile e generoso».
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