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Palermo, il nuovo comandante dei carabinieri Magrini: "Mafia non debellata, non abbassare lo sguardo"

Per il generale è la prima volta in Sicilia. "La sicurezza della città viene prima di tutto"

Cambio della guardia nella caserma Carini, sede principale del comando provinciale dei carabinieri di Palermo. Da ieri c'è il nuovo Generale di brigata Luciano Magrini ha preso servizio al posto del Generale Giuseppe De Liso, adesso alla guida della legione Veneto.

Per Magrini è la prima volta in Sicilia, dopo le esperienze da tenente e capitano come comandante di plotone a Roma, poi Todi e Policoro. Da colonnello ha poi retto gli incarichi di comandante del Gruppo carabinieri di Frascati e comandante provinciale dei carabinieri di Brescia, per poi dirigere il Reggimento corazzieri e Aiutante di campo del Presidente della Repubblica. Grande conoscitore della lingua inglese e francese, adesso arriva in un territorio «sensibile e delicato», come lui stesso ha definito: «Sono consapevole - ha sottolineato - dell’impegno gravoso che mi aspetta, confido nella mia squadra e proseguiremo nel solco delle attività svolte dal generale uscente».

Quella che ormai era diventata la tradizionale domanda su Matteo Messina Denaro che accoglieva tutti i nuovi generali che si avvicendavano è ormai démodé, ma Magrini ha voluto sottolineare che il fenomeno mafioso sarà affrontato come sempre con grande attenzione: «Avremo sempre uno guardo particolare - ha messo in chiaro - non bisogna abbassare lo sguardo. Affrontiamo la mafia consci che si tratti di un fenomeno che è stato colpito ma non debellato. Dovremo sempre cercare di colpire il loro patrimonio».

Tema di più stretta attualità è invece il problema violenza e baby gang che terrorizzano la movida notturna: «La sicurezza viene prima di tutto - ha detto - prima di ogni interesse particolare. Sulla sicurezza si fonda e si costruisce la nostra società: su questo substrato si reggono le famiglie, l’economia, la scuola. Tutto. E dobbiamo garantirla». Va detto che non sempre il cittadino è collaborativo. In questo, il generale assume sull’Arma il compito di avvicinare la cittadinanza alle caserme il più possibile. Partendo dalla partecipazione alle manifestazione scolastiche, spiegando ai bambini la legalità e mostrando la divisa come un amico e non qualcosa da cui dover diffidare: «In questo senso - ha spiegato - è compito dell’operatore di polizia garantire la sicurezza ma essere anche un po’ psicologo. Deve creare nel cittadino il rapporto empatico, facendolo sentire sicuro e tranquillo all’interno della caserma dove dovrà trovare persone pronte ad intervenire, seri e capaci. Qua a Palermo si sono sempre date adeguate risposte anche a fenomeni che hanno richiamato anche l’attenzione a livello nazionale, ma contratti efficacemente in breve tempo».

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