«Lo stupratore non è malato, è figlio sano del patriarcato». Con questo striscione ieri sera è stata organizzata dal movimento «Non una di meno» a Palermo una manifestazione dopo la notizia della violenza di gruppo che si è consumata nella zona del Foro Italico. Un corteo ha attraversato le strade percorse dal branco che ha trascinato la vittima, dalla Vucciria fino al cantiere abbandonato del collettore fognario dove si è consumato lo stupro.
«È bastato un semplice passaparola - dicono le organizzatrici - per dare vita a un bellissimo e prezioso momento di rabbia collettiva e rumore in solidarietà alla giovane stuprata da sette giovani uomini e contro il sistema patriarcale che normalizza la violenza di genere e continua a sfornare i suoi figli, uomini per i quali noi non siamo altro che carne da macello, prede da cacciare. Un momento in cui ci siamo riconosciute come sorelle e ci siamo riappropriate delle strade e della città senza paura alcuna per dire che siamo libere di viverci come vogliamo e che respingiamo qualsiasi forma di militarizzazione dello spazio pubblico. Non importa quanto e cosa si è bevuto, cosa indossiamo, dove andiamo, a che ora ci muoviamo per le vie della città, che atteggiamenti abbiamo. Il sesso senza consenso è stupro».
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