Nuova notte di incendi di rifiuti a Palermo. I roghi sono divampati in diversi quartieri. La Rap, l’azienda che gestisce la raccolta sta lavorando per recuperare l’arretrato, ma non si prevede che si tornerà alla normalità a breve, ci sono ancora tonnellate di spazzatura rimasta per strada dopo il rogo dello scorso 24 luglio e dei giorni successivi all’impianto di Bellolampo.
Una lunga notte di lavoro per i vigili del fuoco. Gli incendi la scorsa notte sono divampati più volte in via Uditore, in via Tiro a Segno, dove sono presenti diverse cataste di rifiuti, soprattutto nella zona della costruzione da demolire. Ancora incendi in via Einaudi, in via Sperone e in via Pecori Giraldi, oltre che in via Lincoln, in corso dei Mille e in via Bianchini.
I quartieri sono spesso gli stessi dei roghi delle notti precedenti. Fra venerdì e sabato cumuli di rifiuti sono stati dati alle fiamme e il fumo ha avvolto le abitazioni di Sperone, Uditore e Brancaccio. I vigili del fuoco, impegnati su diversi fronti, hanno avuto difficoltà a spegnere venerdì notte trenta roghi appiccati quasi contemporaneamente. Sono stati bruciati sacchetti di immondizia a terra sull'asfalto e dentro i cassonetti. Una nube nera ha invaso i quartieri mentre rifiuti urbani e ingombranti si scioglievano tra le fiamme. I fumi hanno invaso gran parte delle strade e in alcuni casi anche le abitazioni, tanto che la richiesta di soccorso ai vigili del fuoco è partita proprio da alcuni residenti. La grossa nube di fumo si è diradata subito dopo le operazioni di spegnimento. Alle fiamme sono stati dati non solo sacchetti di immondizia ma anche ingombranti abbandonati: mobili, elettrodomestici, materassi e tutto quello che anziché essere portato nei centri comunali di raccolta, giace davanti alle abitazioni e ai margini delle strade.
Anziché aspettare che qualcuno della Rap passi a ritirare i rifiuti, alcuni decidono di bruciare tutto, senza comprendere il grande danno alla salute che i roghi procurano per le tossine generate dai rifiuti in fiamme. Accade spesso che alcuni vogliano disfarsi dei rifiuti sotto casa e decidano di appiccare incendi, senza comprendere o facendo finta di non sapere che così facendo si creano danni ambientali più grandi. Plastica, gomma, carta e altri materiali ancora vengono bruciati insieme. I rifiuti dati alle fiamme sprigionano diossina e l’aria diventa irrespirabile e pericolosa. Si è costretti a chiudersi in casa per non respirare quell'aria che fa bruciare gli occhi e tossire.
Allo Sperone la via Sacco e Vanzetti ieri era una distesa nera con ciò che è rimasto dopo il rogo e il cassonetto è totalmente bruciato. Pneumatici e altri resti di ingombranti sono ai piedi dei murales che Igor Scalisi Palminteri e altri street artist hanno realizzato sulle facciate dei palazzi per rendere il quartiere più decoroso. Ma non basta, se sopra i marciapiedi ogni giorno vengono abbandonati rifiuti. La Rap, la società che gestisce il servizio di raccolta nel capoluogo, in questi giorni ha più volte affermato che l'emergenza sta rientrando, ma come sottolineano alcuni residenti di Brancaccio, «se vengono appiccati i roghi è perché nelle strade c'è immondizia che non viene raccolta». In via Di Vittorio allo Sperone i residenti sono della stessa idea. «Se l’immondizia però fosse raccolta regolarmente e non lasciata in strada per giorni e settimane - dicono - non ci sarebbero nemmeno i roghi».
Ma la Rap non ci sta. «Questi roghi non sono frutto dell'emergenza perché questa è stata risolta - dicono dall'azienda che si occupa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti -. Gli incendi sono stati appiccati spesso dove i nostri operai erano già passati e avevano raccolto tutto. Chi ha deciso di abbandonare i rifiuti, probabilmente si tratta di migrazione (ovvero di spazzatura gettata da chi viene dai centri della provincia, ndr) ha deciso nello stesso momento di appiccare il fuoco. Non ci sembra un modo per sollecitare la raccolta dei rifiuti quanto piuttosto di bravate che poi sono atti criminosi veri e propri. Facciamo l'ennesimo appello ai cittadini: evitate di bruciare l'immondizia, si creano danni grandissimi- conclude la Rap -. Si allungano i tempi anche del nostro lavoro perché i rifiuti bruciati non possono essere raccolti se non vengono prima caratterizzati. Non possono essere mischiati agli altri rifiuti se prima non sappiamo cosa contenevano».
Una severa condanna arriva dal sindaco, Roberto Lagalla: «In queste ore - dichiara - le squadre della Rap sono al lavoro per smaltire gli ultimi arretrati di raccolta rifiuti in città e non risultano, secondo quanto riferito dall’azienda, aree rimaste scoperte. Un impegno portato avanti dal giorno dell’incendio che ha colpito la quarta vasca di Bellolampo e per il quale ringrazio gli operai della Rap».
Uno sforzo, aggiunge Lagalla, «che, però, viene macchiato negli ultimi giorni da chi, in maniera oltraggiosa, dà fuoco ai cassonetti. Un’azione che condanno con fermezza. I cumuli che si formano in queste ore in alcune zone della città sono provocati dalla migrazione di rifiuti e da un abbandono ingiustificato di ingombranti e, dunque, non da un disservizio della Rap. La soluzione a tutto questo, però, non può essere certo quella di dare alle fiamme i contenitori d’immondizia, un gesto che produce solo effetti negativi. In primo luogo, mettendo a repentaglio la salute delle persone e l’ambiente, dato che anche dai roghi dei cassonetti si può sprigionare diossina. Inoltre, gli incendi, inevitabilmente, provocano rallentamenti nella raccolta».
Lagalla chiede il buonsenso. «Per questa ragione - dice - il mio appello è a non incendiare i cassonetti e chiedo ancora una volta la collaborazione dei cittadini che consiste soprattutto nel corretto conferimento dei rifiuti, a cominciare dal rispetto degli orari stabiliti e a non abbandonare illecitamente gli ingombranti».
Nella foto in alto il cassonetto bruciato in via Sacco e Vanzetti, allo Sperone
Qui sotto la via Tiro a Segno dopo il rogo
Caricamento commenti
Commenta la notizia