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Palermo, hotel Bellevue minacciato dalle fiamme: salvato dai proprietari e dai dipendenti

Le squadre di soccorso erano già impegnate a domare altri incendi, per cui proprietari e dipendenti si sono sbracciati per salvare la struttura

Hanno spento le fiamme da soli all’Hotel Bellevue del Golfo di Sferracavallo a Palermo, che è stato circondato dalle fiamme intorno alle ore 3 della scorsa notte. Tutte le squadre di soccorso erano già impegnate a domare altri incendi, per cui proprietari e dipendenti hanno evacuato la struttura e, dotati di idranti, hanno spento il fuoco. «Adesso sono a casa, che mi sto riprendendo dallo shock – ha raccontato Livio Paduano, proprietario dell’Hotel Bellevue -. Stanotte intorno alle 2 ho visto che le fiamme si avvicinavano, alimentate dal vento di scirocco – libeccio, e ho capito che la situazione sarebbe precipitata, infatti, verso le 3 il fuoco ha lambito l’albergo. Praticamente ci siamo trovati circondati, perché l’hotel da una parte è prospiciente il mare, ma sul retro è tutto in collina. Lì c’è una stradina delle foreste demaniali, in cui è presente una casetta che dovrebbe servire da presidio antincendio, con le autobotti al servizio della cittadinanza, ma noi non ne abbiamo visto neanche l’ombra. Così come non abbiamo visto vigili del fuoco o forestali, che ieri hanno dovuto sopportare una tempesta di fuoco, motivo per cui non mi sento di attaccare loro che ritengo degli eroi, perché li conosco bene e comunque questo è un problema non causato da loro ma dal Governo. È assurdo che questo piccolo presidio della Forestale lì sia abbandonato e che non si facciano manutenzione e prevenzione, perché qui stiamo parlando di sterpaglie alte metri. Gli unici che ci hanno aiutati ad evacuare l’albergo - prosegue - sono stati due poliziotti del commissariato di Mondello, Sergio e Marzia. Ovviamente anche noi siamo formati per le evacuazioni e abbiamo i responsabili della sicurezza».

I clienti automuniti, dunque, sono stati inviatati ad allontanarsi in zone limitrofe verso il mare come Isola delle Femmine e qualcuno è stato trasferito all’hotel Eufemia. I proprietari del Bellevue in genere si sono organizzati come hanno potuto, dunque, a proprie spese. «Noi per fortuna abbiamo un impianto antincendio che è costantemente monitorato e abbiamo spento l’incendio con i nostri idranti, principalmente io e mio figlio Stefano, con l’aiuto di alcuni dipendenti – ha dichiarato ancora Paduano -. Abbiamo svuotato tutte le cisterne e siamo rimasti senza acqua pur di spegnere il fuoco. Confinante con la struttura, dal lato est, c’è una villetta abbandonata da cinque anni, nessuno ha più fatto manutenzione, infatti, è totalmente bruciata. Una casa che era lì da quasi 60 anni».

Grazie comunque ai corsi di formazione e alle sue esperienze di vita Livio Paduano ha coordinato la sua squadra e ha evitato che succedesse il peggio: «Ci siamo molto spaventati, io ad un certo punto mi sono buttato in mezzo al fuoco perché mi sono visto passare la vita davanti, con 50 di attività e sacrifici – ha sottolineato - Ho pensato che stavo perdendo tutto: la famiglia, il lavoro per noi e per i dipendenti. È stato un flash, un po’ misto ad incoscienza e un po’ misto ad esperienze mie, ma tutto ciò mi ha aiutato a passare queste due ore di inferno. Continuo a rigurgitare nero dalla bocca e dal naso perché ho ingoiato il fumo e ho gli occhi di colore rosso fuoco, ma nessuna ustione. Per fortuna noi facciamo manutenzione costante e tutto ha funzionato come doveva».

Adesso il fuoco è stato spento, c’è qualche focolaio, ma in generale qui la situazione è sotto controllo, però, si sono registrati diversi danni all’albergo anche se non sono strutturali. Si tratta, infatti, per lo più di lenzuola e asciugamano bruciati, c’è cenere ovunque e la piscina è nera, per cui inagibile per almeno una settimana. «Vorrei muovere però una critica nei confronti della politica tutta, anche quella comunale, perché non è stata fatta alcuna prevenzione- ha tuonato infine Paduano-. I tombini sono sempre otturati, infatti, quando piove ci sono le inondazioni. Questa era una tempesta annunciata perché sapevamo in questi giorni che ci sarebbero state altissime temperature e venti di scirocco e libeccio, io lo sapevo da 15 giorni, perché io ne ero a conoscenza e la Protezione civile no? Mi riservo anche di presentare un esposto alla procura della Repubblica, non soltanto a nome mio e del mio albergo, ma a nome di tutti i palermitani e siciliani. Perché è una vergogna, noi paghiamo le tasse e vogliamo i servizi. Adesso basta!».

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