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In Sicilia destinata a crescere l’ondata di calore: nelle aree interne si arriverà ai 47 gradi

Intervista al meteorologo del Cnr Giulio Betti: «L’anomalia è la persistenza del clima torrido, la morsa stringe l’Isola per più settimane»

L’allarme non è più solo sanitario, ma anche economico, perché le temperature trascinate da Caronte o Caronte bis, l’anticiclone africano parcheggiato in Sicilia da giorni, hanno già provocato un calo del 30% nella produzione del latte per le vacche stressate dall’afa (dati Coldiretti) nonché ingenti danni ai vigneti di Trapani e Palermo, con perdita del 40% prevista per la prossima vendemmia (stime Cia). E anche se il record siciliano di circa 49 gradi toccato a Siracusa nel 2021 non è stato eguagliato, il Sias, il servizio informativo agrometeorologico regionale, dopo i picchi registrati fra Agrigento e Caltanissetta non esclude, per le prossime ore, temperature fino a quota 47 gradi nell’Ennese e nell’area etnea. Ma il vero dramma, sottolinea Giulio Betti, meteorologo e climatologo del Cnr-Consorzio Lamma, «non è tanto il livello - sicuramente eccezionale - che la colonnina di mercurio ha raggiunto o raggiungerà: il problema è la persistenza di questa ondata di calore. Perché a differenza di qualche anno fa, l’anticiclone estivo che passa abitualmente dall’Isola non dura più due o tre giorni, ma settimane».

Perché tutto questo tempo? È cambiata la natura del fenomeno?

«È sempre la stessa massa d’aria calda, di origine subtropicale-desertica, che a volte si sposta più verso il Centro-Nord Italia, mentre altre si concentra soprattutto sul Mediterraneo, dunque al Sud. Il guaio è che, negli ultimi tempi, la quantità di calore in eccesso determinata dai cambiamenti climatici in atto è talmente alta da non essere più controbilanciata da una massa di aria fredda altrettanto intensa e duratura. In altri termini, la coperta dell’aria calda è sempre più estesa, mentre quella dell’aria fredda, decisamente più corta, fa fatica a scendere verso le latitudini meridionali e a contrastare gli anticicloni. È una lotta impari».

Quindi? Cosa ci aspetta in Sicilia nelle prossime ore?

«Purtroppo, i primi giorni della settimana che sta per iniziare saranno di fuoco: fino al 26 luglio, a causa di venti di caduta occidentali, le temperature supereranno abbondantemente i 40 gradi, soprattutto nelle zone centrali e orientali dell’Isola, con picchi severi nel Catanese. Sarà però l’apice di questa infinita ondata di caldo, perché a partire da mercoledì l’afa comincerà a scendere, come nel resto d’Italia».

Il meteorologo Giulio Betti

Con quali conseguenze? Questa transizione causerà le stesse tempeste registrate al Nord giovedì scorso?

«No, nessuna burrasca, anzi, in Sicilia non pioverà nemmeno. Ma anche se non sarà questo il caso, va ricordato che ogni rapido cambio di massa d’aria, dal caldo al freddo, può essere accompagnato da fenomeni estremi».

Quando dice che il 26 luglio sarà la fine dell’ondata di calore, intende per tutta l’estate? I picchi che abbiamo raggiunto diventeranno un ricordo?

«In un pianeta non afflitto dal riscaldamento globale mi sbilancerei e direi che abbiamo toccato il top del caldo estivo. Ma visti i tempi, non possiamo escludere una nuova risalta delle temperature da qui alla fine della stagione. Quel che è certo, è che la Sicilia è passata rapidamente da una primavera eccezionalmente caldo-umida - situazione ideale per la crescita dei funghi nelle coltivazioni – a un clima torrido: la peggior concatenazione possibile per le vegetazioni e per il settore dell’agricoltura».

Nei prossimi anni andrà sempre peggio?

«Non ci sono ad oggi robusti elementi scientifici per sostenere il contrario. Anzi: tutti gli indicatori disponibili ci dicono che queste ondate di calore saranno sempre più durature e consistenti».

Nella gallery fotografica una serie di scatti effettuati a Palermo in questi giorni di grande caldo

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