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Boris Giuliano, la commemorazione a Palermo: la sua eredità ancora attuale

L’allora capo della Mobile aveva affinato metodi investigativi che sono di esempio per i colleghi

«Il suo metodo investigativo lungimirante è ancora oggi d’esempio per i poliziotti»: la polizia di Stato ricorda così, su Twitter, il vice questore Giorgio Boris Giuliano, ucciso il 21 luglio 1979 a Palermo. Era il capo della squadra mobile, venne ucciso da Leoluca Bagarella che gli sparò alle spalle 7 colpi di pistola. Era un poliziotto di grande spessore e intuito, Boris Giuliano, una delle prime vittime eccellenti di Cosa nostra. Della mafia, Giuliano aveva capito la pericolosità e compreso il salto di qualità che stava compiendo già in quegli anni che preparavano l’avvento dei «corleonesi» al potere.

Il ricordo di Giuliano è ancora vivo, e oggi sono state organizzate due cerimonie. Alle 9 la prima commemorazione con la deposizione di corone di alloro alla lapide in via Francesco Paolo di Blasi: presenti la moglie Ines Leotta, i figli Selima, Emanuela ed Alessandro, e tra le diverse autorità il vicecapo della polizia Vittorio Rizzi, il questore Leopoldo Laricchia, il prefetto Maria Teresa Cucinotta, il procuratore Maurizio de Lucia, il procuratore generale Lia Sava, il presidente della corte d’Appello Matteo Frasca, il presidente dei gip Alfredo Montalto, il sindaco Roberto Lagalla, i vertici di carabinieri e guardia di finanza, l’assessore Giovanna Volo, delegata dal governo regionale. E poi tanti amici e colleghi dei familiari di Giuliano, tra loro anche Manfredi Borsellino, funzionario di polizia.

Alle 9,45 è stata celebrata una messa nella chiesa di San Giuseppe Cafasso, in via dei Benedettini 16, officiata dal Cappellano della polizia, Massimiliano Purpura, alla presenza delle autorità civili e militari, di personale della polizia e di familiari dei caduti.

«Giuliano era un investigatore abile e coraggioso pioniere delle indagini bancarie» ha ricordato, in una nota, il segretario dell’Associazione nazionale funzionari di polizia, Enzo Letizia. «Le intuizioni di Giuliano sono assolutamente ancora attuali».

«Il talento investigativo di Giuliano e gli innovativi metodi di indagine restano ancora oggi la grande eredità lasciata dal capo della Squadra mobile» ha detto il sindaco Roberto Lagalla. «Ho avuto l’onore di rappresentare l’Ars durante la cerimonia di commemorazione del commissario Giuliano» ha aggiunto il deputato regionale di FdI, Marco Intravaia, componente della Commissione Regionale Antimafia. «Un’emozione intensa nel ricordare uno dei servitori dello Stato caduto durante uno dei capitoli più bui della storia recente siciliana. Le istituzioni hanno il dovere di preservare la memoria di chi ha combattuto la criminalità organizzata fino al sacrificio della vita, affinché le nuove generazioni sappiano costruire un futuro nuovo e libero per la nostra Isola».

«L'ottava Circoscrizione» ha scritto in una nota il presidente dell’ottava Circoscrizione del Comune, Marcello Longo, «ha approvato all’unanimità la mozione della consigliera Giuseppina Chinnici per la piantumazione di un albero di alloro, l’albero dell’immortalità, in via Francesco Paolo di Blasi, nel luogo dell’eccidio per mano mafiosa di Giuliano».

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