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Il blitz antimafia di Palermo, uno degli indagati è stato preso a Belluno: ora è in carcere a Baldenich

Si tratta di Matteo Pandolfo, accusato di estorsione. Due anni fa la cosca l'avrebbe costretto ad allontanarsi da Sferracavallo

Il carcere Baldenich, a Belluno

L'operazione antimafia Metus, che ha portato all'arresto di undici persone, ha visto impegnati i carabinieri non solo a Palermo, ma anche nella provincia di Belluno. Matteo Pandolfo, 47 anni, uno degli otto destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, si trovava infatti proprio in Veneto. Adesso è recluso nella casa circondariale di Baldenich, un quartiere della città di Belluno. Il sito del Il Gazzettino rende noto che domani, 14 luglio, proprio dal carcere, Pandolfo sarà sottoposto in videoconferenza all'interrogatorio di garanzia.

L'inchiesta della Procura di Palermo ipotizza il ruolo di estortore di Pandolfo, poi sostituito da Rosario Gennaro, 57 anni, su investitura di Amedeo Romeo. Anche Gennaro e Romeo sono fra gli arrestati di ieri. Il telefonino di Gennaro era «captato» dagli investigatori e questo ha permesso di ascoltare le sue conversazioni, in particolare quelle del 26 novembre del 2021. Nell'ordinanza di custodia cautelare, firmata dal gip Fabio Pilato, a un certo punto si riferisce che «Gennaro, nel raccontare gli eventi che avevano condotto ad imporre un esilio forzato dalla borgata di Sferracavallo all'odierno indagato Matteo Pandolfo, ammetteva espressamente che il predetto non aveva ricevuto una formale investitura che lo legittimasse in quel ruolo. Al contrario di quanto avvenuto con lo stesso Gennaro, direttamente autorizzato da "quella persona che è messa qua", ossia il referente della cosca di Tommaso Natale per la borgata di Sferracavallo, Amedeo Romeo». L'attività di Pandolfo, da quel che riferisce l'ordinanza, era stata autorizzata da tale Giovanni u luongu, il quale aveva un figlio in galera. Per tale ragione, la presenza di Pandolfo era stata in qualche modo temporaneamente tollerata dalla cosca mafiosa. Su Pandolfo, in particolare, pesa un'estorsione da cento euro a un ristoratore avvenuta il 2 agosto 2021, come attestato dalle immagini acquisite dagli inquirenti.

Ora ci si chiede perché Pandolfo si trovasse in provincia di Belluno ieri, quando è scattata l'operazione. L'ordinanza ricorda l'esilio forzato da Sferracavallo che gli venne imposto nel 2021. Gennaro, non sapendo di essere intercettato, racconta di avere detto a Pandolfo queste parole: «Ascoltami... quello che mi hanno detto io te lo riferisco... tu non sei gradito a
Sferracavallo! Te ne devi andare da qua!». Parlando con un interlocutore non identificato, Gennaro continua a raccontare che Pandolfo «parlava di una persona e diceva "perché chi minchia è?!".
... È quella persona, è quella che è messa qua». E l'altro conferma: «È quella che non l'ha fatto scendere più! (ride)». E ancora Gennaro: «E fu quello che ha detto a me...». Non finisce la frase che l'altro la completa: «Non lo fare scendere più!».

 

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