Assolti in appello gli ex assessori della Regione Siciliana Lucia Borsellino, Baldassare Gucciardi e Ruggero Razza, e i dirigenti generali Salvatore Sammartano e Mario La Rocca, per i compensi pagati dalla stessa Regione ai componenti del Consiglio di amministrazione della Fondazione Istituto Giglio di Cefalù nel periodo 2015-2020.
In primo grado erano stati condannati dalla Corte dei Conti a risarcire la Regione per circa 381 mila euro. Gli ex assessori alla Salute e dirigenti erano stati tutti citati in giudizio in relazione «agli esborsi e agli oneri che sono stati indebitamente e illegittimamente sostenuti dalla Regione per i compensi dei componenti del Cda della Fondazione Giglio», in seguito agli accertamenti compiuti dalla guardia di finanza.
In sintesi, dal 2013 in poi, la Regione avrebbe dovuto «riqualificare» la fondazione trasformandola in azienda sanitaria, rendendo vana l’esistenza di un Consiglio d’amministrazione, organo tipico di una società privata. Questo secondo quanto accertato dalle indagini. Non per i giudici di appello della corte presieduta da Giuseppe Aloisio che hanno condiviso le tesi degli avvocati difensori Domenico Pitruzzella, Girolamo Rubino, Massimiliano Mangano, Francesco Stallone, Giacomo Gargano.
«Al fine di assicurare l’assistenza sanitaria alla popolazione residente nel bacino territoriale di riferimento - affermano i legali - la fondazione istituto Giglio di Cefalù continua a garantire l’erogazione dei Lea e di un Dea di Primo livello. Per le medesime finalità la Regione continua a garantire anche in attesa di individuare un partner privato che dovrà avvenire entro 24 mesi il finanziamento del relativo contratto di negoziazione dei volumi delle prestazioni. Non è rimproverabile la condotta di assessori e dirigenti ce facendo affidamento sull’avallo ministeriale e sulla disposizione regionale hanno mantenuto in vita la contestata fondazione».
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