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Truffa sugli incentivi per l'energia nelle case, sequestrati beni per 2 milioni a due aziende di Partinico

Ai due imprenditori erano già stati congelati due complessi aziendali, denaro e beni immobili e mobili

Avrebbero indebitamente percepito contributi pubblici previsti per la fornitura e l’installazione di impianti solari termici. È l’accusa contestata dalla Procura di Palermo, su indagini dei finanzieri del comando provinciale di Trapani, a due società, che hanno sede a Partinico, riconducibili a due persone indagate ritenute recidive in questo tipo di truffa. La Guardia di finanza, nell’ambito dell’operazione Stolen sun ha anche sequestrato beni per 2 milioni di euro.

Ai due imprenditori erano già stata sequestrati due complessi aziendali, denaro e beni immobili e mobili, per un valore di circa mezzo milione di euro, per condotte fraudolente per l’illecita percezione di contributi pubblici rientranti nel cosiddetto «conto termico», un fondo che sostiene l’incremento dell’efficienza energetica e la produzione di energia termica da fonti rinnovabili per impianti di piccole dimensioni.

Nonostante il provvedimento restrittivo di cui erano stati già destinatari, secondo l’accusa, avrebbero proseguito nelle condotte illecite utilizzando altre 2 società e apportando delle modifiche al «modus operandi» adoperato in passato.

Le truffe sarebbero state realizzate con documenti falsi che indicavano importi decisamente «gonfiati» per conseguire il massimo incentivo possibile, poi si è aggiunta la tecnica di bonifici dall’importo equivalente alla fattura, ma con un ’rimborsò di parte della spesa ai clienti Dalle indagini svolte, con l’escussione di decine di clienti, sull’analisi dei conti correnti societari e dei documenti contenuti nelle 843 istanze inoltrate all’Ente erogatore tra il 2020 e il 2022, è emerso che le società, entrambe con sede a Partinico (Palermo), avrebbero conseguito incentivi non spettanti per quasi 2.000.000 di euro.

Le attività di esecuzione delle misure cautelari reali, effettuate nelle province di Palermo e Trapani, hanno portato al sequestro del saldo di tutti i conti riconducibili ai responsabili e alle imprese da loro amministrate, al sequestro di immobili di loro proprietà per un valore corrispondente al profitto del reato nonché al sequestro preventivo di un intero complesso aziendale, affidato a un amministratore giudiziario.

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