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La cricca dei falsi invalidi, gli incassi record: per una pratica da 250 a 2500 euro

La catena di montaggio era ben oliata. Genova e Cammalleri se la ridevano: «L’altro giorno ho fatto i conti, novecentomila da un anno a questa parte»

«L’altro giorno ho fatto i conti, lo sai quanto ti ho dato? Novecentomila euro da un anno a questa parte». Nella sanità degli scaltri, quella dei malati virtuali era una macchina che sfornava denari e produceva favori per molti: non solo per i beneficiari diretti della pensione di invalidità, ma anche per gli accompagnatori, i destinatari degli aiuti previsti dalla legge 104 e, soprattutto, per chi continuava a fabbricare sostegni a pazienti che non sempre ne avrebbero avuto diritto, a volte soltanto per accelerare i tempi della burocrazia.

La catena di montaggio delle false pratiche era ben oliata e andava avanti da molto tempo, come ha svelato l’indagine coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Sergio Demontis e dal pm Felice De Benedittis.

L’inchiesta ha portato ai domiciliari con le accuse di corruzione e falso Agostino Genova, coordinatore dell’ufficio invalidi civili dell’Asp e presidente della prima commissione invalidi civili. Stesso provvedimento di arresti domiciliari, firmato dal gip Clelia Maltese, è stato notificato dagli investigatori del nucleo di polizia economico finanziaria, coordinato dal colonnello Gianluca Angelini, ad altre cinque persone: Rosario Cammalleri, medico abilitato dall’Inps all’inserimento dei certificati per l’avvio delle pratiche, la sua collaboratrice Tiziana Guadalupi, Calogero Randazzo, rappresentante di un Caf di San Giuseppe Jato, che lavorava assieme agli altri arrestati, Pietra Di Fiore e Carlos Battaglia, venezuelano, residente a San Giuseppe Jato. Secondo gli inquirenti erano i procacciatori dei falsi invalidi, gli spicciafaccende che facevano da collettori e da tramite con Genova.

Una pratica poteva costare da 250 euro fino a 2.500. Per questo Cammalleri e Genova se la ridevano quando parlavano dei soldi incassati.

 

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