I finanzieri del Comando provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza cautelare di arresti domiciliari emessa dal gip di Palermo su richiesta della Procura diretta da Maurizio de Lucia a carico di sei persone indagate a vario titolo per corruzione e falso. Disposto anche il sequestro di circa 900 mila euro che sarebbe il guadagno derivato dei delitti contestati agli indagati.
Le indagini sono state condotte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo in collaborazione con la direzione provinciale dell’Inps e hanno svelato un giro di mazzette con al centro Agostino Genova, un dirigente dell’Asp di Palermo, presidente di alcune commissioni provinciali per l’invalidità civile; un medico certificatore, abilitato dall’Inps all’inserimento dei certificati necessari all’avvio delle pratiche di richiesta delle invalidità e diversi intermediari che mettevano in contatto chi era interessato ai benefici assistenziali e i pubblici ufficiali corrotti. Secondo gli inquirenti, Agostino Genova in cambio di denaro e regali avrebbe redatto, anche usando documenti falsi, verbali di riconoscimento di invalidità senza verificare che i richiedenti ne avessero i requisiti. In alcuni casi gli attestati sarebbero stati rilasciati a chi non ne aveva diritto, in altri le tangenti avrebbero contribuito a velocizzare le pratiche. Gli investigatori hanno scoperto una sorta di tariffario con le cifre imposte dal dirigente medico per l’istruttoria delle pratiche. Il pubblico ufficiale, inoltre, provvedeva senza il visto collegiale delle commissioni, violando così il regolamento del procedimento. Sono al vaglio centinaia di istanze di invalidità rilasciate dalla commissione. Gli indagati come compenso avrebbero preteso le prime mensilità dei benefici o parte degli arretrati riconosciuti.
Gli indagati sono Agostino Genova, 70 anni di Partinico residente a Palermo, coordinatore ufficio invalidi civili dell’Asp Palermo e presidente della prima commissione invalidi civili e della commissione ciechi civili, assessore ai servizi demografici del Comune di Partinico dal dicembre 2022. E’ indagato per corruzione e falso in atto pubblico. Rosario Cammalleri, 74 anni di Cattolica Eraclea (Ag) residente a Palermo, medico, indagato per corruzione, Pietra Di Fiore 70 anni di Palermo, indagata per corruzione, Carlos Battaglia, 58 anni, venezuelano, residente a San Giuseppe Jato (Pa), indagato per corruzione. Calogero Randazzo, 48 anni, rappresentante di un Caf a San Giuseppe Jato (Pa), indagato per corruzione e Tiziana Guadalupi, 52 anni di Palermo, indagata per corruzione.
Così il medico chiedeva i regali
«Non trovo un braccialetto» : la frase in codice era questa. E l’interlocutore capiva subito quale fosse la richiesta di Agostino Genova, dirigente medico dell’Asp di Palermo arrestato oggi per corruzione e falso. Avrebbe accelerato le pratiche per il riconoscimento di invalidità civile o cecità o fatto avere i benefici assistenziali a chi non ne aveva i requisiti, in cambio di soldi e regali. Fondamentali nell’inchiesta, coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido, le intercettazioni.
Come quella scattata la mattina del 19 aprile 2022 nell’ufficio Commissione Ciechi dell’Asp. Genova parla con il gioielliere Vincenzo Caccamo della pratica di riconoscimento dell’invalidità civile per la madre di Caccamo, Elisabetta Santoro. Il medico consulta, con il proprio SPID, la pratica. In quel contesto dice a Caccamo di non riuscire a trovare un braccialetto. «Glielo faccio avere io dottore», risponde il gioielliere. Nella stanza arriva poi un geriatra a cui Agostino chiede di visitare tempestivamente l’anziana. Genova parla, inoltre, al gioielliere della sua candidatura al consiglio comunale e l’altro risponde proponendogli un massaggio nel centro estetico del nipote e assicurandogli che gli avrebbe portato il bracciale. La conversazione prosegue, il medico rivela di voler investire “almeno centomila euro, e senza effettuare un bonifico, in lingotti d’oro e soprattutto senza rischi di controlli o di contestazioni da patte della Guardia di Finanza».
«E la Finanza te la può sucare- aggiunge - nel senso tu prendi soldi... la Finanza ti può venire a dire ma lei come fa a comprare? Lo può venire a chiedere ?». Poi i due decidono di vedersi il venerdì successivo, dopo la chiusura della pratica. Il successivo 22 aprile, non sapendo di essere intercettato, Genova racconta a un amico «ieri già ho chiuso una pratica con Piero Caccamo quello della parruccheria che c’è in viale Strasburgo che è famosa.... suo fratello... io piccioli non ne prendo ma mi regalarono questo ieri (riferendosi al bracciale ndr)». Il giorno successivo, infine, il pubblico ufficiale avverte il gioielliere che sta per completare la pratica della madre. «Sto cercando di fare la pratica di tua mamma. Così mi levo il pensiero».
«Chi te l’ha fatto vincere l’accompagnamento? Il medico e l’avvocato... è giusto...? Il medico e l’avvocato». Così Genova chiedeva a una donna a cui aveva fatto avere l’indennità di accompagnamento di saldare il suo conto: 4mila euro. Poi la minacciava di farle togliere l’assegno dal dottore: «Vabbè ora poi te la vedi ... che te la fa togliere il dottore... andiamo. Te la fa levare... te la fa togliere ... l’accompagnamento e non ne prendi più». La conversazione è tra quelle intercettate e riportate nella misura cautelare con cui il gip ha disposto i domiciliari per il pubblico ufficiale e altre 5 persone.
In casa aveva decine di migliaia di euro in contanti e orologi di valore tra cui diversi Rolex. Nel garage era custodita una Porsche. Eppure chiedeva sempre più soldi «Mi devi dare di più perchè io ho spese», diceva a Piera Di Fiore, la donna che faceva da intermediaria tra il pubblico ufficiale e chi chiedeva benefici assistenziali come assegni di invalidità. Genova, secondo gli investigatori, in cambio di soldi e regali, avrebbe accelerato l’iter delle pratiche e in alcuni casi fatto risultare che i richiedenti avevano i requisiti per chiedere i benefici pur non avendo fatto alcun controllo.
Nel chiedere più soldi il medico fa riferimento alle spese che deve affrontare. Secondo la Finanza il cenno è ai soldi pagati per la campagna elettorale delle ultime comunali dove l’uomo è stato candidato, senza essere eletto, sia a Palermo che a Partinico. Sia Genova che la Di Fiore sono ai domiciliari.
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