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Il sindaco di Termini Imerese: «L'assalto al puparo non è opera della mafia»

«È stato un uomo, evidentemente non in sé e infastidito dai suoni provenienti dalla piazza dopo tre serate di eventi», spiega Maria Terranova

Non si placano a Termini Imerese le reazioni alla vicenda legata all’aggressione subita dal puparo Angelo Sicilia durante la rappresentazione della sua opera Padre Pino Puglisi. Un prete contro la mafia. Tutti compatti a dire che non si tratta di un atto intimidatorio mafioso.

È successo domenica in occasione dei festeggiamenti in onore di Sant’Antonio. L’aggressore ha minacciato e aggredito Sicilia, veloce a schivare un pugno destinato al viso, ma che ha danneggiato un microfono. Provvidenziale è stato l’intervento delle forze dell’ordine. L’artista ha denunciato il grave fatto sul proprio profilo social e successivamente è intervenuta la confraternita che ha organizzato l’evento.

«Il direttivo della confraternita si dissocia da alcune esternazioni, rimanendo sconcertati dalle dichiarazione della persona aggredita, in quanto l’aggressione non è dovuta ad atti intimidatori “mafiosi”. Il presunto aggressore si riteneva infastidito dal volume dello spettacolo». Anche il sindaco esclude la natura mafiosa dell’aggressione. «Quanto accaduto ad Angelo Sicilia durante lo spettacolo dedicato a Don Pino Puglisi - dichiara - non ha nulla a che vedere con la mafia. Dal racconto dei presenti, della confraternita e dal confronto con tutte le forze dell’ordine, è emerso che un uomo, evidentemente non in sé e infastidito dai suoni provenienti dalla piazza dopo tre serate consecutive di eventi, aveva lamentato di essere disturbato dal volume, a suo dire troppo alto, dello spettacolo per poi fare irruzione improvvisa sul palco. Un fatto, quello accaduto ad Angelo, che condanniamo fermamente». Sulla vicenda sta indagando la polizia.

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