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Gara per i rifiuti a Monreale, non c'erano false fidejussioni: assolta imprenditrice

Valentina Mangano, amministratore unico della Cogesi di San Giuseppe Jato, chiederà un risarcimento al Comune

Il Municipio di Monreale

Era stata accusata da alcuni funzionari comunali di Monreale, nel corso di una gara pubblica per la gestione dei ciclo integrato dei rifiuti, di avere turbato le operazioni di gara attraverso la falsa produzione di fidejussioni bancarie. Oggi, al termine di una lunga camera di consiglio, il tribunale di Palermo in composizione monocratica ha assolto Valentina Mangano, amministratore unico della impresa Cogesi, con sede a San Giuseppe Jato, perché «i fatti denunciati non sussistono».

Nel 2016 il Comune di Monreale, attraverso un bando pubblico con procedura «aperta», aveva invitato le imprese operati nel settore del ciclo integrato dei rifiuti a formulare offerte per la gestione del servizio di spazzamento, raccolta e trasporto dei rifiuti, con aggiudicazione attraverso la offerta più vantaggiosa per il Comune. Tra gli altri aveva presentato una formale offerta la Cogesi, a firma dell’amministratore unico. Il bando tra l’altro prevedeva a garanzia due fidejussioni rilasciate da imprese assicurative o di credito bancario per garantire al Comune la piena disponibilità economica per la gestione del servizio. In un primo momento la Cogesi era risultata vincitrice per avere formulato la migliore offerta. In sede di verifica documentale alcuni funzionari amministrativi comunali avevano ritenuto che le fidejussioni offerte dalla Cogesi fossero false. Nonostante le rimostranze dell’azienda, la Cogesi era stata estromessa dalla gara e il servizio affidato ad altra impresa. Contestualmente il Comune aveva inviato gli atti alla procura.

In sede di dibattimento, l'amministratrice aveva dichiarato la propria estraneità, affermando di non avere richiesto polizze fidejussorie ed in ogni caso presso le due banche vi era una consistente provvista di denaro. I difensori Salvino e Giada Caputo, Francesca Fucaloro e Tommaso De Lisi hanno dimostrato che l’imprenditrice non aveva fornito false credenziali, «Adesso l’amministratrice - hanno precisato Salvino e Giada Caputo - intende avviare nei confronti dei responsabili comunali azione risarcitoria, per il grave danno economico e di immagine subito. Infatti, a seguito della comunicazione da parte del Comune alla Agenzia nazionale anti corruzione, la Cogesi era stata esclusa da alcune aste pubbliche siciliane».

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