Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Palermo, è morto Crescimanno: difese le famiglie di Falcone e Borsellino, fu candidato sindaco

«L’Avvocatura cittadina piange oggi uno dei suoi maestri», dice l'Ordine. I funerali a San'Espedito

Francesco Crescimanno

Scompare un protagonista dell’avvocatura siciliana. È morto a Palermo Francesco Crescimanno, figura di gentiluomo, penalista, legale di parte civile nei grandi processi di mafia, tra cui le stragi di Capaci e via D’Amelio, l'uccisione del presidente della Regione, Piersanti Mattarella, e la scomparsa del giornalista Mauro De Mauro. Crescimanno, che aveva 81 anni, era molto legato al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha subito mandato un messaggio di cordoglio alla famiglia.

L’avvocato Crescimanno aveva ripreso e proseguito l’attività legale del suocero, Francesco Taormina, che era stato deputato socialista e componente della commissione giustizia. Nel 2001 era stato candidato sindaco del centrosinistra. I funerali di Crescimanno si svolgeranno giovedì 25 maggio alle ore 10 nella chiesa di Sant'Espedito, in via Nicolò Garzilli.

Crescimanno, amico di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e legale di parte civile per le loro famiglie nei processi per le stragi di cui i due giudici rimasero vittime, Falcone proprio il 23 maggio di trentun anni fa. Originario di Villalba (Caltanissetta), il professionista aveva trascorso gran parte della vita e della carriera nel capoluogo siciliano. Malato da tempo, lascia la moglie, Maria Taormina, avvocato, due figli pure loro avvocati, Giuseppe e Andrea, e un’altra figlia, Giovanna, dipendente pubblico.

Molto impegnato nella professione, soprattutto nella difesa di colletti bianchi imputati di reati contro la pubblica amministrazione, in processi su casi di malasanità e colpe mediche e anche di mafia, Francesco Crescimanno era stato tra i primissimi professionisti palermitani ad accettare - negli anni del piombo di Cosa nostra, quando molti rifiutavano questo tipo di incarichi - i patrocini di parte civile nei dibattimenti di mafia. Fu storico difensore della vedova e dei familiari del capitano dei carabinieri Emanuele Basile, assassinato a Monreale il 4 maggio 1980: un processo che i boss cercarono in tutti i modi di «aggiustare» senza riuscirci. Dopo aver dovuto rifiutare, per motivi tecnici, la difesa del Comune di Palermo al maxiprocesso (poi svolta da Piero Milio), seguì i familiari di uomini delle istituzioni, carabinieri, poliziotti, giornalisti uccisi.

Uomo di grande coerenza, antifascista e di sinistra, fece anche politica e si mise al servizio di una coalizione guidata dagli allora democratici di sinistra e dalla Margherita, candidandosi sindaco di Palermo, nel 2001. Dopo le dimissioni di Leoluca Orlando - che quell'anno si propose come presidente della Regione, venendo sonoramente battuto da Totò Cuffaro, alla sua prima elezione a Palazzo d’Orleans - Crescimanno accettò di affrontare il candidato del centrodestra, Diego Cammarata, eletto con una percentuale bulgara. L’avvocato riportò un più che onorevole 23 per cento, quasi 81 mila voti - molti dei quali di stima nei suoi confronti - e, con la sua ben nota signorilità non rimproverò mai apertamente lo scarso impegno degli alleati che avrebbero dovuto sostenerlo, ma che, sapendo di andare incontro a una sconfitta, in realtà lo sostennero molto poco.

Commosso il ricordo dell'Ordine degli avvocati di Palermo: «Ci sono uomini - afferma - che lasciano il segno. Ci sono avvocati che amano la giustizia. Francesco Crescimanno è stato un principe del Foro, un esempio per tutti quanti noi, un modello a cui ispirarsi. L’Avvocatura palermitana piange oggi uno dei suoi maestri».

Caricamento commenti

Commenta la notizia