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Cefalù, prostituzione nella casa affittata: patteggia l’ex consigliere Rosangela Vinci

La scelta di accordarsi con la giustizia nasce dall'esigenza di evitare il rischio della confisca dell'immobile

Rosangela Vinci, a destra il commissariato di Cefalù

L’ex consigliere comunale di Cefalù, Rosangela Vinci, ha patteggiato una condanna a due anni con l’accusa di favoreggiamento alla prostituzione. Il patteggiamento della quarantaseienne è stato accordato dal giudice per le indagini preliminari Valeria Gioeli del tribunale di Termini Imerese.

Le ragioni del patteggiamento nascono dalla scelta di evitare il rischio della confisca facoltativa della casa laddove ci fosse stata una condanna pronunciata all’esito del processo. L’appartamento è stato dissequestrato, dopo otto mesi, venerdì a cura degli agenti del commissariato di polizia di Cefalù e su indicazione della procura di Termini. Sul suo profilo social la Vinci ha esternato il suo punto di vista dopo il dissequestro della casa e ha scritto: «Riparto da qui... dalla casa in cui sono cresciuta, dalla casa costata una vita di sacrifici a una donna più forte di me, mia nonna, dalla casa nella quale ho investito me stessa, il mio tempo, la mia fatica, dalla casa che 8 mesi fa mi è stata sequestrata! Sicura che nulla potesse succedermi perché nulla mi apparteneva, fino a quando non mi è stato detto: il reato di cui sei accusata prevede la confisca facoltativa del bene. A quel punto mi è crollato il mondo addosso. Ho scelto di salvaguardare la casa che per me ha un’inestimabile valore affettivo nonché un elevato valore economico. Riparto da qui per continuare a fare quello che da circa 8 anni ho sempre fatto, affittare la mia casa vacanze». Le altre tre posizioni sono state stralciate.

La vicenda giudiziaria risale al luglio del 2022, quando gli inquirenti avevano posto sotto sequestro l’immobile ubicato nel cuore del centro della cittadina normanna. Le indagini a cura degli agenti del commissariato di polizia cefaludese erano iniziative sul finire del 2021. L’ex consigliere comunale, Rosangela Vinci, eletta nel giugno del 2017 in una lista civica, avrebbe affittato casa a un gruppo di colombiane che si prostituivano. Un giro di prostituzione presto scoperto dalla polizia di Cefalù, che ha denunciato la proprietaria per favoreggiamento della prostituzione.

Il reato, inizialmente, è stato contestualmente contestato a tre uomini, di 55, 42 e 71 anni. I tre uomini si sarebbero occupati di fornire assistenza alle donne, provvedendo a fare la spesa, pulizie e accompagnarle in auto e pubblicare recensioni positive in diversi siti di incontri, ricevendo anche prestazioni sessuali come compenso.

L’appartamento, invece, è stato posto sotto sequestro dalla procura di Termini Imerese. Nell’appartamento secondo l’accusa si sarebbero avvicendate dal 2021 circa 20 donne colombiane. Secondo gli investigatori, la Vinci sarebbe stata «perfettamente consapevole di quello che accadeva nel suo appartamento, ma in ragione dei considerevoli guadagni derivanti dalla locazione in via continuativa dell’immobile, tollerava e, anzi, ha creato condizioni favorevoli per lo svolgimento dell’attività». Durante le prime fasi di indagine sono state sequestrate due agende sulle quali la Vinci annotava gli estremi delle locazioni alle straniere.

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