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Mafia e scommesse a Palermo, torna in carcere Vincenzo Fiore: incontri segreti dal medico

L'arresto di Vincenzo Fiore

Incontri non autorizzati, per questo motivo è tornato in carcere Vincenzo Fiore, ritenuto uno dei signori delle scommesse on line per conto dei boss a Palermo. Fiore, che si trovava agli arresti domiciliari, è stato sorpreso dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria mentre si intratteneva con persone diverse da quelle con cui convive, dunque venendo meno a un obbligo. Per questo la misura cautelare è stata aggravata e ieri è stato condotto nel carcere Pagliarelli.

Il provvedimento è stato emesso dalla Corte di Appello, su richiesta della procura generale. A febbraio dello scorso anno Fiore era stato condannato dalla stessa corte a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa e riciclaggio.

Per motivi sanitari l'uomo era stato autorizzato a recarsi periodicamente in uno studio medico, ma avrebbe approfittato di quei brevi momenti di libertà per fare incontri, proprio nel palazzo di via Marchese di Villabianca dove si recava per le cure. Almeno tre i casi in cui Fiore avrebbe violato il divieto, e in una circostanza, come è stato appurato dai finanzieri, lo studio medico era persino chiuso. Avrebbe incontrato il padre e anche Giovanni Castagnetta, assolto nel processo dall’accusa di intestazione fittizia di beni.

Fiore era riuscito a ottenere gli arresti domiciliari perché il gip aveva tenuto conto del fatto che fosse incensurato e che l'azienda al centro delle indagini sulle scommesse on line nell'orbita della mafia fosse stata sequestrata. Da ieri però per lui si sono riaperte le porte del carcere.

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