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Isola, quella canna fumaria non era autorizzata: il Tar conferma l'ordine di demolizione

La sede del Tribunale amministrativo regionale, a Palermo

Nessuna sospensiva al provvedimento del Comune di Isola delle Femmine con cui si dispone la demolizione della canna fumaria di una pizzeria del paese. La titolare dell’attività ristorativa dovrà quindi demolire questa parte di struttura così come avevano imposto nel dicembre dello scorso anno gli uffici del terzo settore Urbanistica.

Contro tale provvedimento l'esercente aveva presentato un ricorso al Tar presentato. A costituirsi in giudizio l’ente locale. Secondo i tecnici comunali, una parte della pizzeria non sarebbe mai stata autorizzata. Ecco perché si era intimato di «rimuovere le opere abusive realizzate». Si tratta del sistema di smaltimento dei fumi provenienti dal locale commerciale, ovvero della canna fumaria posta sul prospetto laterale di un’abitazione. Questo camino ha creato problemi ai residenti dell’immobile accanto. Il terrazzo di un’abitazione, in particolare, si è riempito di fuliggine per la messa in esercizio della canna fumaria, muri e pavimento sono stati ricoperti di cenere nera. Fu la stessa proprietaria dell’abitazione a segnalare al Comune il disagio, facendo scattare un sopralluogo dell’ufficio tecnico. Da qui venne fuori che quell’autorizzazione rilasciata a suo tempo dal Comune di Isola delle Femmine alla pizzeria in realtà sarebbe stata difforme dai lavori invece realizzati relativi proprio alla canna fumaria. In buona sostanza la Cila rilasciata, ovvero la comunicazione di inizio lavori asseverata, non comprendeva le opere che poi sono state trovate nel corso del sopralluogo.

«La nuova opera (la canna fumaria) – ha evidenziato l’avvocato del Comune, Fabio Toto – non può essere regolarizzata con la Cila. Ed inoltre, la stessa non rispetta le distanze minime previste dal regolamento comunale edilizio avuto riguardo alla distanza tra la canna fumaria e le aperture prospicienti sulla terrazza di proprietà della residente. La decisione adottata dal Tar Palermo conferma la legittimità dell’operato dell’amministrazione a presidio della salute, che trova la sua ragione giustificatrice sulla scorta dei danni che può causare alle persone, soprattutto ai vicini costretti a respirare i fumi provenienti dalla canna».

Resta quindi in piedi l’ordinanza comunale di demolizione che imponeva l’abbattimento delle opere abusive entro 90 giorni dall’emissione del provvedimento e l’applicazione della sanzione pecuniaria pari a 2 mila euro. Ovviamente nella stessa ordinanza del Comune veniva dichiarata «inefficace» la Cila rilasciata per lavori di manutenzione straordinaria. La terza sezione del Tar ha ritenuto che «il ricorso non presenta sufficienti profili di fondatezza», tanto da ritenere che l’intervento edile effettuato non necessiti di Cila ma di altre autorizzazioni. Inoltre è stata confermata la violazione del regolamento edilizio. Per la titolare della pizzeria è arrivata nel contempo la condanna al pagamento delle spese processuali.

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